Febbre del Nilo, grave un turista "Prognosi riservata, ma è stabile"

Il virus viene diffuso dalle zanzare. Non si trasmette da persona a persona

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Un nuovo caso di virus West Nile. Un turista tedesco di circa 70 anni, in villeggiatura nell’ambito del Comune di Massarosa è stato ricoverato nel reparto di malattie infettive dell’ospedale di Livorno per aver contratto il virus della febbre del Nilo (West Nile). Il turista è in gravi condizioni. Purtroppo il clima caldo e lepiogge recenti facilitano la diffusione delle zanzare che portano il virus.

"L’uomo è affetto da una forma seria di meningo-encefalite – dice il direttore delle Malattie infettive di Livorno, Spartaco Sani - ed è in prognosi riservata. Le sue condizioni sono stabili ed è tenuto sotto stretta osservazione da parte della nostra struttura. Si era rivolto al Pronto Soccorso del Versilia guidato dal direttore Giuseppe Pepe che con grande tempestività è riuscito a fare una diagnosi accurata permettendo all’uomo di essere preso in carico da subito e trasferito nel nostro reparto per gli accertamenti necessari".

Il caso, come previsto dalle procedure, è stato segnalato e preso in carico dal Dipartimento di Prevenzione, per la messa in pratica di tutte le opportune misure epidemiologiche alle quali sta collaborando anche l’amministrazione comunale di Massarosa per mantenere la situazione sotto controllo. Nelle prossime ore la sindaca di Massarosa, che ringrazia l’Azienda USL Toscana nord ovest per la collaborazione, firmerà una ordinanza per informare la popolazione e mettere in atto quelle semplici azioni necessarie ad evitare la presenza di zanzare nelle vicinanze delle abitazioni.

Ricordiamo, infatti, che la febbre “West Nile” non si trasmette da persona e persona e che gli esseri umani sono quindi considerati “ospiti a fondo cieco”. Non è quindi necessario attivare misure di profilassi nei confronti delle persone che abbiano avuto contatti con il turista. Il principale mezzo di trasmissione del virus all’uomo è costituito da zanzare infettate generalmente da uccelli selvatici che costituiscono il “serbatoio” principale della malattia.