Covid, focolaio all'ospedale di Livorno. "Il personale sanitario spostato di continuo"

Indagine dell’Asl , la diffusione in reparti di degenza. Le accuse dei sindacati: "Personale, troppa mobilità"

Una corsia d'ospedale

Una corsia d'ospedale

Livorno, 17 dicembre 2021 - Positivi al Coronavirus 14 pazienti dell’ospedale di Livorno ricoverati in questi giorni tra i reparti di medicina, chirurgia, ortopedia. Ma casi sono emersi anche nei reparti di oncologia e al pronto soccorso. Sono in corso accertamenti per capire se i contagi siano dovuti alla variante delta oppure alla omicron.

L’Asl Toscana Nord Ovest ha aperto un’indagine interna per capire come tutto ciò sia potuto accadere. Il sindacato Fials sanità aveva già segnalato a ‘La Nazione’ che "tra venerdì 10 e sabato 11 dicembre alcuni pazienti ricoverati sono risultati positivi al coronavirus quando sono stati sottoposti a tampone". Ora la situazione sembra sia più complicata. "Sono stati contagiati anche operatori sanitari. Per cui c’è da temere che la diffusione del virus in ospedale sia più ampia di quello che risulta dalle informazioni ufficiali". Lo riferisce Andrea Rizzini, dirigente Cgil funzione pubblica. E aggiunge: "Adesso con tutte le attività sanitarie riaperte scarseggia il personale . Questo in un momento in cui il fabbisogno di assistenza per il coronavirus sta crescendo. A questo si somma anche il peso della riapertura del polo vaccinale al ModiglianiForum che assorbe oltre trenta unità lavorative al giorno".

"Il personale sanitario viene spostato di continuo da un reparto all’altro aumentando il rischio di diffusione dei contagi" evidenzia la Cgil. La direzione sanitaria dell’ospedale di Livorno ha disposto intanto che "tutte le persone in sosta al pronto soccorso vengano sottoposte a test antigenico rapido di terza generazione. In 15 minuti assicura un esito diagnostico elevato molto prossimo al test molecolare anche per tutte le persone in sosta all’interno del retro-triage benché asintomatiche". Sui 14 positivi tra i degenti dell’ospedale, l’Asl afferma che "si tratta di un numero che, pur tenendo conto della curva in crescita dei contagi, risulta anomalo". Dall’analisi e ricostruzione dei flussi dei degenti, risulta "ipotizzabile un contagio con origine multifattoriale dovuto sia allo stazionamento per accertamenti diagnostici al pronto soccorso tra persone presentatesi per altre patologie e senza sintomi riconducibili al covid, sia a degenti entrati con test negativo, ma già in fase di incubazione". Da qui la scelta di alzare il livello di controllo.

Per ora i pazienti positivi sono tutti senza i sintomi riconducibili al Covid. Ad ulteriore tutela della sicurezza pubblica però è stato disposto l’obbligo di quarantena per trenta degenti a domicilio o in reparto a seconda delle loro condizioni cliniche.