Maxi frode fiscale, arrestati tre livornesi

L'operazione della Finanza di Livorno e Prato. Diciassette persone finite in manette e fatture inesistenti per 200 milioni di euro

Guardia di Finanza in una foto d'archivio

Guardia di Finanza in una foto d'archivio

Livorno, 13 novembre 2019 - La Guardia di Finanza di Prato e Livorno ha smantellato una colossale frode ‘carosello’, cioè il particolare reato fiscale che si realizza operando triangolazioni tra 24 società in Italia e all’estero (Slovenia e Repubblica Ceca) nel settore della commercializzazione di materie plastiche, producendo fatture per operazioni inesistenti per 200 milioni allo scopo di evadere l’Iva (in tutto 40 milioni).

Grazie all’operazione ‘Gagaro’ ieri all’alba diciassette persone sono state arretate (su 39 indagati) delle quali tre a Livorno: Federica Cirinei di 45 anni amministratrice della società Ep srl (Energye plasitche) con sede in piazza 185esimo Reggimento Artiglieria Folgore. Il padre Renzo Cirinei, 72 anni, amministratore di fatto della società, e Benedetta Cama, 31 anni, impiegata amministrativa.

Tutti e tre (insieme ad altri 14), sono ai domiciliari per associazione a delinquere per la commissione di reati tributari: la dichiarazione fraudolenta, l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, l’omesso versamento di Iva e l’indebita compensazione. Ai tre livornesi è stata contestata una fatturazione falsa per 26 milioni che avrebbe permesso alla Ep srl di avadere 5,9 milioni di euro di Iva.

L’operazione è stata condotta dal Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Prato insieme ai colleghi di Livorno, Firenze, Pistoia, Roma, Lucca, Alessandria, Campobasso, Paderno Dugnano (Milano), Castiglione della Pescaia (Grosseto), Treviglio (Bergamo), Falconara Marittima (Ancona) e Civita Castellana (Viterbo).

Le indagini hanno permesso di individuare come soggetto ritenuto a capo della frode Mirco Bellucci, 43 anni, residente in Slovenia ma di fatto domiciliato a Vaiano (Prato).

«I finanzieri di Livorno avevano iniziato la loro indagine autonomamente sulla Ep srl, identificata come uno dei principali canali di vendita e immissione nel mercato dei polimeri, capace di vendere oltre 25 milioni di euro di materie plastiche in meno di tre anni. I militari di Livorno hanno incrociato i colleghi di Prato, che stavano indagando su alcune società collegate a Ep srl» spiega il comandante provinciale delle fiamme gialle Gaetano Cutarelli.

Per questo la Procura di Livorno ha trasmesso gli atti in suo possesso a quella di Prato. L’indagine è stata coordinata dal sostituto procuratore di Prato Laura Canovai ed è nata da una verifica fiscale intrapresa dal Nucleo di Polizia economico-finanziaria nei confronti di una società pratese del settore del commercio di materie plastiche. Infine dalle intercettazioni telefoniche e da altri riscontri i finanzieri hanno dimostrato che iI principali responsabili della truffa non si facevano mancare nulla: un tenore di vita da vip, auto sportive, costose vacanze e weekend in locali notturni e ristoranti della Versilia.