Livorno, 2 settembre 2024 – La maxioperazione antidroga messa a segno dai carabinieri di Livorno ha portato alla luce un traffico internazionale di stupefacenti e un fiorente giro di spaccio che era radicato tra Piombino, Castiglione della Pescaia e nelle province di Pisa e La Spezia.
Dalle intercettazioni è emerso un gergo fantasioso. Per esempio la droga in generale era chiamata “aperitivo” o “frutta”, l’eroina diventava “uva nera” e la cocaina “uva bianca”, il metadone era “plastica” o “vetro” a seconda della confezione. E i “clienti” davano anche i loro riscontri sulla qualità dello stupefacente che, quando ritenuto scadente, diventava “frutta marcia”.
Per individuare i panetti si faceva riferimento a “Mario” o al “gioco”, con riferimento a una partita di hashish con su impressa l’immagine di un noto videogioco.
Uno dei principali indagati, un 38enne di Castiglioncello, imprenditore del settore alimentare, in diverse occasioni si era rifornito di mescalina e kratom dal Perù, acquistata tramite criptovalute sul darkweb e su Telegram e anche attraverso viaggi effettuati di persona.