Radio d’epoca, ma hi tech. "Così le riporto in vita"

Giacomo Favilla apre il laboratorio in via Cambini

Favilla, fotografo livornese, e una selezione di radio

Favilla, fotografo livornese, e una selezione di radio

Livorno, 3 novembre 2018 - Il profumo del passato, lo charme di linee eleganti e intramontabili. Ma anche la sensazione di ‘accendere’ un pezzo di storia, con gli stessi gesti dei nostri nonni. «Perché le manopole delle radio d’epoca che restauro e alle quali rendo la vita sono quelle originali. Così come la scocca esterna. Cosa cambia è all’interno della macchina, che viene adattata per connettersi ai device bluetooth: smarphone, pc, Mac e tablet». Giacomo Favilla, esperto fotografo livornese da quattro anni al seguito di Fendi, ha riscoperto il fascino delle radio vintage e ne ha ricavato un fortunato business. Adesso è pronto ad aprire un laboratorio in via Cambini, dopo un periodo ‘di prova’.

«Il progetto ‘Erwitt - Wireless speakers’ è nato dal concetto di ‘upcycle’ ovvero il riuso creativo di un oggetto del passato al fine di trasformarlo in un nuovo prodotto – spiega – Ho avuto l’intuizione durante un viaggio in Svezia, tra Goteborg e Stoccolma, quando ho notato che moltissime vetrine utilizzavano come arredo proprio delle bellissime radio. Che, purtroppo, se ne stavano lì spente e silenziose. Ho pensato: restituirò loro la vita. E attingendo alle mie conoscenze acquisite all’Iti, ho preparato un prototipo su una vecchia radio del nonno. Non andava, così l’ho smontata e ho provato ad adattarci le tecnologie moderne, insomma qualcosa di più che l’ascolto in Am e Fm». Favilla ha poi debuttato all’East Market di Milano, vero e proprio tempio del vintage, dove tutte le sue creazioni sono andate letteralmente a ruba.

«Ecco perché ho deciso di aprire un laboratorio, che gestirò personalmente, qui a Livorno – prosegue – Chi vorrà portare una vecchia radio sarà il benvenuto, sarà mia cura adattarla. Altrimenti ci sarà un’ampia scelta: sono tutte dotate di btteria e ricarica usb, si possono portare anche in spiaggia. Mi dedico alle macchine che abbracciano una bella fetta temporale: dagli anni ’30 agli anni ’80. Ho scelto di aprire in via Cambini perché qui avverto una energia positiva, la vicinanza con altre realtà giovanili e poi tanti negozi e le serate con gli aperitivi. Quando ci sarà l’inaugurazione ufficiale, tra poche settimane, organizzeremo un grande evento».