Giani, Piombino e la fiducia da ricostruire

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Luca

Filippi

Il livello di scontro tra Piombino e le istituzioni regionali non era stato mai così alto. Non c’è verso di uscire dalla logica perversa della contrapposizione più dura sul progetto del rigassificatore. Nemmeno l’annuncio fatto venerdì dal commissario e presidente della Regione Eugenio Giani, ha contribuito a calmare le acque. Giani ha spiegato che Snam, dopo i tre anni in porto a Piombino, sposterà la nave rigassificatrice Golar Tundra fuori dalla Toscana. E nel pomeriggio l’ad di Snam Frsu Italia ha chiarito che le caratteristiche tecniche della Golar Tundra la rendono poco adatta ad un ormeggio al largo nell’alto Tirreno, si studia un’altra destinazione. Queste notizie invece di calmare gli animi in città, hanno rinfocolato la polemica perché venerdì si è appreso che ci saranno ulteriori cento giorni di proroga sull’indicazione della destinazione. Beninteso: la concessione della banchina vale per tre anni e la proroga cambia poco il succo della vicenda, ma la città di Piombino sta perdendo sempre più fiducia nei riferimenti istituzionali a livello regionale e statale. Un processo che parte da lontano con i continui rinvii per il dossier Acciaierie e che si salda con la vicenda rigassificatore. E questa sfiducia percorre, non solo il centrodestra, che ha ovvi motivi per soffiare sul fuoco della protesta contro Giani, ma agita anche la sinistra. Il Pd, nonostante tutto, è ancora il primo partito a Piombino, la base storica della città è di sinistra. Che cosa dovrebbe fare Giani? Non ha forse proposto un memorandum Piombino per legare al rigassificatore investimenti e bonifiche? Certo, ma il presidente forse dovrebbe trovare un paio d’ore per parlare quantomeno con quelli che a Piombino lo hanno votato e capire come si può ricostruire un rapporto. Nell’interesse di tutti.