Gincana tra buche e transenne Così le strade sono pericolose

Da via Maggi a piazza Venti Settembre ecco alcune segnalazioni dei cittadini

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’Strada groviera’. Si può definire così via Maggi, dove la pavimentazione ha ceduto (qui furono fatti lavori di bitumazione alcuni nel 2018) aprendo un enorme buco dal quale sono visibili tubature e i rifiuti, sempre più numerosi, gettati al suo interno. In questo novero è entrata anche la strada che corre intorno piazza XX Settembre, completamente riasfalta questa estate. Anche qui sono apparse le transenne per delimitare i margini dell’asflato sprofondato dove si è aperta ugualmente una buca dalla quale è ben visibile il sottosuolo. Anche in questo caso le transenne sono state montate da giorni.

Quello che si teme è che con possibili piogge di fine estate queste buche possano cresce di dimensioni con l’aggravarsi del danno già visibile.

L’infiltrazione dell’acqua piovana nel sottosuolo potrebbe inoltre avere ulteriori conseguenze.

Ma quello che stupisce di più i cittadini è la buca che si è formata in piazza XX Settembre, proprio dove sono stati eseguiti importanti lavori di rifacimento del manto stradale per anni abbandonato al degrado, dove si erano formati avvallamenti e buche che rendevano la circolazione delle auto e dei mezzi a due ruote pericolosa.

I lavori per il ripristino dell’asfalto deteriorato in piazza XX Settembre sono stati eseguiti lo scorso gennaio per la gioia di residenti e negozianti.

Ma nemmeno otto mesi dopo ecco che compare subito la prima magagna. Viene da chiedersi, ci dicono alcuni residenti, se i lavori siano stati eseguiti a regola d’arte e se con materiali di adeguate caratteristiche. Ma soprattutto ci si domanda se durante la rimozione del vecchio asfalto non fosse emerso qualche problema proprio nel punto in cui si è avvenuto il cedimento dell’asfalto.

Chi ha eseguito le opere di asfaltatura dovrebbe intervenire ora per la riparazione prima che si formi una vera e propria voragine, ma serve prima un controllo accurato per capire le cause del cedimento stesso.

Monica Dolciotti