"Guasti e ritardi, odissea a bordo"

Livorno, nove ore per il viaggio fino a Bastia quando normalmente basta metà tempo. La testimonianza

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Ci ha impiegato quasi nove ore, dalle 8 di ieri mattina alle 16.30 il traghetto Moby Vincent della compagnia di navigazione Moby Line per coprire la rotta Livorno-Bastia, a causa dell’avaria a un motore . Una volta raggiunta la Corsica, sono servite quasi altre due ore per sbarcare passeggeri e mezzi perché il portellone di prua era fuori uso.

"Abbiamo vissuto un’odissea prigionieri della Moby Vincent senza sapere bene come stavano andando le cose" ha dichiarato ieri sera Angela Colzi, di Prato, in vacanza con marito e amici per il ponte del 2 giugno. Era con loro su traghetto.

Angela Colzi dopo ore di viaggio e attesa estenuanti, presa dallo sconforto ci ha inviato ieri pomeriggio una mn marito e amici per godersi fino a domenica il ponte del 2 giugno. ail da bordo nave per segnalare quello che stava accadendo.

"Il traghetto Moby Vincent delle 8 che doveva lasciare Livorno in direzione Bastia, ma ha avuto un guasto a un motore ed è partito con 4 ore di ritardo. Ci è stato offerto un pranzo ed una bottiglietta di acqua. Siamo poi usciti dal porto con due rimorchiatori e abbiamo viaggiato con un solo motore funzionante fino a Bastia. Arrivati in porto alle 16.30 il portellone di prua non si è aperto. Alle 18-35 siamo ancora bloccati sul traghetto“. Prosegue la mail di Angela Colzi: "Ci hanno comunicato all’arrivo a Bastia che avrebbero girato il tragetto per farci uscire di poppa, ma dopo due ore siamo ancora fermi e tutti bloccati senza sapere quando potremo sbarcare. Da quando siamo saliti alle 7-30 di stamani (ieri, ndr) dopo 11 ore siamo ancora sequestrati senza avere notizie".

Finalmente alle 18-45 il portellone di prua si è aperto e mezzi e passeggeri (molti infuriati) hanno toccato terra. "Io e la mia comitiva siamo scesi intorno alle 19-20. Felici ma esausti. Eravamo in ballo dalle 7-30 quando siamo saliti sul traghetto arrivati da Prato. – ci ha confermato Angela Colzi detto finalmente rilessata all’arrivo in albergo – Ci siamo sentiti tutti in ostaggio sulla nave. A Bastia non c’era verso di far scendere nemmeno le persone a piedi. Ma come è possibile una cosa del genere su una nave? Intorno a noi c’erano tante persone furibond perché come noi avevno perso l’intera giornata e perché più d’uno si sarebbe trattenuto per poco tempo sull’isola avendo già il biglietto per il rientro per domani (oggi, ndr)". La cosa però che ha infastidito di più i passeggeri del Moby Vincent "è stata la mancanza di informazioni chiare fino all’ultimo minuto che siamo rimasti a bordo – ha sottolinato Angela Colzi – da parte del comandante del traghetto".

Monica Dolciotti