Guerrieri: "Così si blocca il porto"

Piombino, dopo il piano illustrato da Cingolani molte perplessità sul rigassificatore ormeggiato alle banchine

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"Sul tavolo non mi è arrivato nessun documento ufficiale. Conto di ricevere il progetto la prossima settimana, al massimo quella seguente".

Così il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale Luciano Guerrieri, dopo le parole del mninistro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani sul progetto del rigassificatore a Piombino. Cingolani, in audizione alla Camera, mercoledì ha spiegato che l’Italia, per non avere problemi energetici e per non finanziare la guerra della Russia in Ucraina, deve dotarsi di rigassificatori in tempi rapidi. Proprio per questo Cingolani ha detto che innattesa di costruire le tubazioni sottomarine per un impianto off shore, il rigassificatore galleggiante potrebbe essere ormeggiato nel porto di Piombino dove ci sono fondali di venti metri adatti all’ingresso delle grandi navi gasiere. Ma un impianto di questo tipo nel porto, a causa delle distanze di sicurezza necessarie, praticamente renderebbe inutilizzabili la maggior parte delle nuove banchine. Cingolani ha parlato anche di questo, dicendo che si tratta di un sacrificio necessario per uno o due anni di fronte a una emergenza nazionale.

Ma a Piombino ci sono molte perplessità. Perché al di là del traffico passeggeri (è il secondo porto italiano) che sarebbe al sicuro, ci sono altre questioni come la Pim ( Piombino industrie Marittime già in attività) e la piattaforma logistica Manta in avviamento.

Guerrieri, che è stato sindaco di Piombino e commissario per la realizzazione dell’ampliamento del porto di Piombino, conosce bene la situazione. "La piega che ha preso la vicenda – commenta Guerrieri – mi sembra non adeguata. Le dichiarazioni del ministro Cingolani non rispondono alla reale situazione dei fatti. Sembra che abbia scambiato la disponibilità del territorio a realizzare un rigassificatore nel quadro di garanzie senza avere danni e ripercussioni per le attività, con un sì totale. Sapevamo che sarebbero state presentate più ipotesi, più soluzioni. Giovedì scorso abbiamo parlato anche del progetto in rada. È chiaro che ci sia la necessità di fare presto, ma questa soluzione è molto problematica, oserei dire impossibile. Ma è pur vero che è anche impossibile dare un giudizio in assenza di un progetto e l’intenzione era quella di non esaminare una sola ipotesi.

Noi abbiamo bisogno di una vera proposta. Queste dichiarazioni ci hanno lasciati perplessi, sconcertati e irritati. E ora vogliamo parlare non con i tecnici Snam, ma con il Governo, con i ministeri della Transizione Ecologica e del Ministero dello sviluppo economico con il quale abbiamo tavoli aperti. Non dobbiamo avere fretta a dare risposte ma ci interessa avere attenzione sul porto. Comprendiamo l’urgenza e l’emergenza, non siamo contrari, ma vogliamo operare nel modo giusto". E aumentano le preplessità. Dopo il sindaco Ferrari, anche il Pd interviene con il deputato Luca Sani: "La posizione del ministro Cingolani sulla presenza, per almeno due anni, del rigassificatore galleggiante nel porto di Piombino, per come è stata posta, non è sostenibile e rischierebbe di aggravare la crisi economica ed occupazionale locale, bloccando ogni tentativo di rilancio".

Maila Papi