I medici: “Ora basta, ci dimettiamo tutti”

Livorno, l’ultimatum dei dottori dei pronto soccorso al collasso. Il dottor Giudice di Anaao: "Introvabili i camici bianchi"

Medici in un Pronto soccorso

Medici in un Pronto soccorso

Livorno, 1 marzo 2023 – Anaao (il sindacato dei medici ospedalieri) è in allarme perché la mancanza di camici bianchi nei pronto soccorso di tutta l’Azienda Usl Nord Ovest (in generale in Toscana) rischia di esplodere da un momento all’altro. Anche nei reparti di emergenza-urgenza di Livorno e provincia la situazione non è rosea.

"Il sindacato Anaao sta lavorando per trovare una soluzione", lo conferma il dottor Vito Giudice, segretario provinciale e vice regionale Anaao. Ma aggiunge: "Non ci sono i medici. Nel 2026 in tanti andranno in pensione e ci sarà una ulteriore emorragia di camici bianchi che non potrà essere tamponata. Dalle scuole di specializzazione escono pochi professionisti. Questo perché c’è il numero chiuso, tuttavia anche togliendolo i nuovi specializzati saranno pronti solo tra dieci anni".

Preoccupa ancora di più la lettera-ultimatum che 288 medici dei pronto soccorso della Toscana, tra i quali anche alcuni che lavorano a Livorno e provincia, hanno spedito alle aziende Usl, al presidente della Regione Eugenio Giani e al ministro della Salute.

"Così non può continuare”

Senza giri di parole hanno scritto: "Se la situazione resta quella attuale, tutti noi siamo destinati ad abbandonare e allora tanto vale farlo insieme, dimettendoci in massa". I medici dei pronto soccorso si sentono con le spalle allo scoperto, in prima linea, "dove l’emergenza è la routine, i carichi di lavoro senza limiti – hanno scritto – con disagio quotidiano sia per gli operatori che per gli utenti" che affollamento i pronto soccorso quotidianamente. Sempre i medici scrivono che sono costretti a "rinunciare a ferie e giorni di riposo. Per non parlare di aggressioni e violenze ormai all’ordine del giorno. Insomma, condizioni umanamente insostenibili, per una professione tra l’altro altamente usurante che, negli anni, hanno portato a un progressivo peggioramento della qualità delle prestazioni mediche nei pronto soccorso". Insomma la situazione è "tragica" ed "è a rischio la salute pubblica".

“Responsabilità politiche”

I firmatari della lettera puntano poi l’indice contro chi "non ha mai preso alcun provvedimento efficace nonostante sia l’unico soggetto in grado di farlo", ovvero chi ha responsabilità politiche come la Regione e il Ministero della Salute.

"Senza più personale medico, posti letto negli ospedali e servizi sul territorio per ridurre gli accessi impropri nei pronto soccorso, la situazione non potrà che peggiorare", aggiunge il dottor Vito Giudice.

I firmatari della lettera infatti propongono: "Di coinvolgere il personale 118, le guardie mediche per la valutazione dei codici minori, gli internisti e i chirurghi nella turnistica per le attività di loro competenza e incentivare la scelta della specializzazione in medicina di urgenza dei giovani laureati enei pronto soccorso da anche attraverso incentivi economici" perché "il lavoro del medico di pronto soccorso non è uguale a quello dei medici ambulatoriali, o di reparto".

Monica Dolciotti