"Il caro gasolio ci mette in crisi" Timori di Angioli di Fita Cna

Federconsumatori ci vede nero: "Beni di comsumo +78%"

Allarme Fita Cna per l’impennata dei costi per l’autotrasporto registrati a inizio anno, con ripercussioni sugli operatori del settore e sugli stessi consumatori. "Dal 1 gennaio 2023 – spiega il presidente di Fita Cna Massimo Angioli – la fine degli sconti sull’accisa dei carburanti e l’incremento dei pedaggi autostradali, determineranno un aumento annuo dei costi pari a 10.300 euro per ogni veicolo pesante in circolazione". L’Italia sale infatti al terzo posto nella graduatoria dei prezzi del gasolio alla pompa tra i più alti d’Europa. A registrarlo è l’Osservatorio sui prezzi dell’energia della Commissione europea che al 2 gennaio ha evidenziato un prezzo di 1,890 euro al litro alla pompa per il gasolio. "Sbalordisce che a far lievitare il costo del carburante sia l’incremento di accise e tasse sulle accise passate da una incidenza sul prezzo finale pari al 38,7% lo scorso 5 dicembre, al 50,69% attuale. È una situazione insostenibile – conclude Angioli – che nell’immediato richiede un intervento che sia in grado di riportare il prezzo del gasolio al livello medio europeo e il ripristino del meccanismo di recupero delle accise per le imprese di trasporto merci".

I timori di Fita Cna sono condivisi dalle associazioni dei consumatori. Roberto Boschi di Federconsumatori: "Se Atene piange Sparta non ride, perché in questa situazione l’effetto del caro gasolio si ripercuote sul carrello della spesa. Gli aumenti sui beni di prima necessità sono nell’ordine del 78%. Perciò serve un tavolo nazionale tra Governo e consumatori".