Il ’succiacapre’ rischiava di morire Si era schiantato sul parabrezza

Salvato dai volontari dell’Animal Project e curato dal Cruma. Ecco la storia

Migration

Il succiacapre è un uccello davvero particolare. Già il nome, conferitogli per un grossolano errore di interpretazione di quel becco esagerato, in realtà è così non per succhiare le mammelle degli ovini come si credeva, ma per acchiappare grosse falene nel buio della notte. Il succiacapre è uccello notturno che vive qui con noi in estate, per poi svernare a migliaia di km più a sud, in terre subsahariane. Questo esemplare ricoverano al Cruma della Lipu di Livorno, ha passato l’estate all’Elba, poi, già in ritardo sulle partenze migratorie della specie per il prolungamento climatico della scorsa stagione, in ottobre, forse deciso a decollare, sul suo percorso ha impattato il parabrezza di un autoveicolo veloce in una strada poco frequentata la notte, e si è rotto un ala. Soccorso il mattino dopo dai volontari dell’Elba di Animal Project, con la collaborazione della Moby per il trasporto a Piombino, ha raggiunto Livorno grazie ad altri volontari che hanno completato il viaggio in ‘ospedale’. Complessa la diagnosi, ancor più la prognosi: il nostro bellissimo mostriciattolo non potrà volare per un po’ e dopo l’intervento chirurgico e la riabilitazione, il freddo non permetterà voli migratori. Passerà l’inverno intero nelle voliere del Cruma ma con una grossa complicazione: il succiacapre si rifiuta di mangiare in cattività. Quindi ogni giorno sarà imbeccato molte volte dai volontari, fino a raggiungere la prossima primavera e rimesso in libertà.