"Il termovalorizzatore non deve chiudere"

Livorno, Gatteschi presidente ’Amici della Terra’: "Fermare un impianto che produce energia al 50% rinnovabile è un controsenso"

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"Il termovalorizzatore di Livorno non deve chiudere. Basta rifiuti esportati o mandati in discarica". Sergio Gatteschi Presidente Amici della Terra - Toscana Odv interviene nel dibattito sul futuro del termovalorizzatore di Livorno. "Apprezziamo molto le dichiarazioni di Giovanni Golino, segretario generale Fp-Cgil provincia di Livorno, in merito alla possibile chiusura del termovalorizzatore di Livorno – scrive Gatteschi – purtroppo dobbiamo ribadire che la situazione del ciclo dei rifiuti nella nostra regione non è brillante, stando ai dati ufficiali disponibili: in molte aree della regione non si è raggiunta l’autosufficienza nella gestione dei rifiuti, permane un deficit impiantistico, il conferimento in discarica è drammaticamente elevato, non solo: negli ultimi anni addirittura la percentuale di smaltimento in discarica in Toscana ha ripreso a crescere (36% nel 2020, una delle peggiori performance a livello nazionale)".

"Eppure – continua il presidente Amici della Terra – le emissioni di gas serra più rilevanti e dannose per il clima vengono dalle discariche, che sono anche ben più inquinanti di qualunque termovalorizzatore, e per questi motivi le discariche dovrebbero invece arrivare a zero. Abbiamo quindi conclamate carenze di impianti. In questo quadro, il termovalorizzatore di Livorno opera oggi nel pieno rispetto delle leggi vigenti, dal lato delle emissioni; fornisce energia elettrica a 15mila famiglie; può essere ampliato e migliorato, iniziando a pensare ad una rete di teleriscaldamentoteleraffrescamento come quelle che già sono operative nelle più avanzate esperienze italiane ed europee, da Bolzano a Ferrara, da Torino a Copenhagen".

Il termovalorizzatore trasforma i rifiuti non riciclabili in risorsa, con il riciclo dell’energia che ancora contengono, e rappresenta un elemento fondante dell’economia circolare: "Pensare di chiudere un impianto che produce energia al 50% rinnovabile – chiude Gatteschi – è un controsenso sempre, ma tanto più oggi, che andiamo verso il drastico taglio della importazione di gas dalla Russia e si parla addirittura di riaccendere centrali a carbone. La sfida climatica oggi va di pari passo con quella sociale: così la tutela dell’ambiente non può prescindere dai costi che una popolazione impoverita da un momento lungo e difficile deve e dovrà sostenere".