"Incontro urgente al ministero"

Piombino, i sindacati chiedono una convocazione per le Acciaierie: "Pesanti ritardi su Jsw"

Migration

Jsw, "iniziano a scarseggiare anche i dispositivi di protezione". La denuncia arriva da Fim, Fiom e Uilm che tornano a chiedere un incontro urgente al Ministero dello sviluppo economico per discutere della vertenza dell’acciaieria Jsw Steel Italy di Piombino ad un anno dall’avvio del presidio fuori dal polo siderurgico. E dopo un anno la situazione non è certo migliorata. Scarseggiano quindi i dispositivi di protezione individuale come mascherine, guanti e tutto ciò che serve per la sicurezza.

Al presidio davanti la portineria Jsw un anno fa sono passati politici di tutti gli schieramenti, e tutti hanno fatto promesse, ma niente è cambiato. Anche il presidente della Regione Eugenio Giani andò ad incontrare i coordinatori Rsu e i segretari di Fim, Fiom e Uilm. Dopo dodici lunghi mesi il futuro di Jsw resta senza certezze. Dell’ingresso nel capitale sociale di Inivitalia non se ne sa più niente, sembra svanito e di tutto il resto solo voci senza nessuna conferma.

"A un anno dall’avvio del presidio – evidenziano i sindacati - ci troviamo a discutere di problemi oramai noti e purtroppo irrisolti, relativi all’acciaieria. Una vertenza che dura da oramai troppi anni a cui non si riesce, a tutt’oggi, a dare una soluzione". I sindacati sostengono che dall’ultimo incontro con il ministero a dicembre "nulla è cambiato se non il susseguirsi di voci che facevano intendere, conosciute solo a mezzo stampa, da una parte una trattativa tra Jindal e Invitalia ormai giunta nella fase di due diligence il cui esito resta sconosciuto, dall’altra l’interesse del gruppo Arvedi a voler rilevare lo stabilimento piombinese.

Nella realtà - dicono i rappresentati sindacali Fim, Fiom e Uilm - gli impianti continuano a essere fatiscenti e chi si occupa di siderurgia sa quanto questo metta a rischio la salute e la sicurezza di chi opera, scarseggiano perfino i Dpi, segno di una gestione che oramai trascura aspetti di vitale importanza. Ancora voci non confermate parlano dell’assegnazione dei lotti della commessa di Rfi a Jindal senza che l’azienda possa dare alcuna garanzia di affidabilità. Ci chiediamo dove sia finita la strategicità dell’acciaieria di Piombino, tanto annunciata da istituzioni e politica nazionale e locale al nostro presidio in fabbrica. I lavoratori non possono vivere di sussidi e faremo tutto il possibile per consentir loro di recuperare la propria dignità e quella delle loro famiglie attraverso il lavoro".

m. p.