"Ivan ha mandato la sua famiglia"

Era stato in vacanza dalla prof Pasquali nel 1994 perchè viveva vicino a Chernobyl: "Ora lo aspettiamo"

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Due famiglie e due storie che si sono incrociate a Livorno ai tempi dei viaggi ‘della speranza’ dei bambini di Chernobyl. Tutto è iniziato nel 1994 ed è proseguito ai giorni nostri a causa del conflitto scatenato dalla Russia in Ucraina. A raccontarci tutto è Raffaella Pasquali, professoressa di inglese all’Istituto Superiore Vespucci. "Nel 1994 Ivan Romanov, quando aveva 10 anni, venne a Livorno per la prima volta per il programma di accoglienza dei bambini di Chernobyl, la città ucraina dove esplose nel 1986 la centrale atomica. Mio figlio Lorenzo all’epoca aveva più o meno la sua età. Trascorse a casa mia due estati e anche le vacanze di Natale. Ivan imparò così bene l’italiano, che anche dopo anni ci parliamo in italiano. Addirittura ha continuato a studiarlo. Per un periodo i contatti tra di noi si sono allentati, poi grazie a Facebook ci siamo riavvicinati. Nel frattempo lui si è spostato con Miroslava di 35 anni e ha avuto una bambina Victoria di 10 anni e Danilo che ora a ha 9 mesi". "Quando è esploso il conflitto – continua la prof – abbiamo dato la nostra disponibilità ad Ivan. Quando ha deciso che i bimbi dovevano lasciare l’Ucraina, Miroslava con i figli e sua madre Viera di 59 anni in auto è partita e, dopo avere attraversato mezza Europa, è arrivata a Livorno il primo marzo dopo cinque giorni di viaggio". Ivan, come il resto degli uomini ucraini tra 18 e 60 anni, è rimasto in patria. "Ora è a Kiev – riferisce la professoressa Pasquali - Ci ha detto che è impegnato come volontario per aiutare la popolazione civile". "Intanto Miroslava e i suoi piano piano hanno iniziato ad ambientarsi – prosegue la Pasquali – possiamo comunicare abbastanza bene perché parliamo inglese. Ivan ha voluto che la figlia Victoria lo imparasse ed è stato un bene. Una volta rotto il ghiaccio, Victoria è stata inserita a scuola alle elementari De Amicis il 17 marzo, dove è stata accolta con un calore commovente. E in classe con lei c’è anche una bambina russa". Racconta sempre la Pasquali: "Quando Miroslava ha dovuto portare il piccolo Danilo al pronto soccorso pediatrico, lì c’era un pediatra, il dottor Niccolò Carli, che voglio segnalare perché premuroso, bravo e perché parla inglese".

Monica Dolciotti