"L’ha uccisa con i farmaci" Chiuse le indagini, ecco le accuse Ma Adriana si proclama innocente Dopo l’estate ci sarà l’udienza davanti al Gup per dare il via al processo Il movente da ricercare nell’opposizione della suocera al ritorno in Brasile

La Procura di Livorno ha chiuso le indagini sulla morte di Simonetta Gaggioli. Sotto accusa Adriana Gomes (foto), 32 anni, nuora della vittima. Nei confronti di Adriana Gomes vengono ipotizzati tre capi d’accusa: omicidio volontario, occultamento di cadavere e uso improprio di carte di credito. Secondo la Procura sarebbe stata una dose letale di Duotens a uccidere Maria Gaggioli, la 76enne ex funzionaria della Regione Toscana il cui cadavere venne trovato dentro un sacco a pelo il 3 agosto scorso in un fosso lungo la vecchia Aurelia a Riotorto. Simonetta assumeva il farmaco per curare la pressione alta, ma per gli inquirenti la nuora, Adriana Gomes, 32 anni, di origine brasiliana, le avrebbe somministrato una quantità massiccia del medicinale, sciolta nel caffè. Gli esami tossicologici avrebbero svelato un quantitativo 10 volte superiore a quanto prescritto oltre a un ansiolitico, Alprazolam, in dosi 20 volte superiori al dovuto. Non è stato invece ritenuto responsabile dell’omicidio Filippo Andreani, marito di Adriana e figlio di Simonetta Gaggioli. Adriana Gomes è già in carcere dall’11 gennaio scorso. Ora sarà l’udienza davanti al Gup che si terrà dopo la pausa estiva a decidere sul suo rinvio a giudizio, che a questo punto appare piuttosto scontato.

Il movente dell’omicidio per gli inquirenti sarebbe da ricercare nel rapporto "assolutamente conflittuale" con la suocera. L’ultimo screzio potrebbe essere stato, per l’accusa, l’intenzione della 32enne di voler tornare a vivere in Brasile. Per gli inquirenti a preparare il cocktail mortale è stata la nuora arrestata con l’accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere. Un cadavere tenuto nascosto sotto il letto dei bambini, prima dell’abbandono in un fossato. Bambini (i tre figli della coppia), che sono ancora affidati ai servizi sociali.

Adriana ha ammesso di aver trasportato da sola il cadavere della suocera in auto ("Voleva riposare accanto alla tomba del marito"), ma si è sempre dichiarata innocente e ha spiegato di aver abbandonato il corpo lungo l’Aurelia perché l’auto si era improvvisamente fermata. L’incidente probatorio della Procura aveva dimostrato che la donna era stata in grado di alzare un manichino zavorrato con lo stesso peso della vitima.

La linea difensiva del legale di Adriana Gomes, l’avvocato Francesco Nardini di Follonica, è chiara: non ci sarebbero prove del fatto che a somministrare la dose eccessiva di farmaci sia stata la nuora. "L’ingestione potrebbe essere avvenuta per errore da parte di Simonetta – afferma Nardini – pochi giorni prima c’era già stato un errore nei dosaggi, non ci sono sufficienti elementi per ritenere responsabile Adriana".

Luca Filippi

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