
La conferenza stampa e i telefoni sequestrati dai carabinieri
Tre uomini e due donne di origine campana, suddivisi in due distinti gruppi criminali, avevano messo su un sistema per produrre decine di migliaia di domande di ingresso in Italia per lavoratori stagionali extracomunitari, che avrebbero dovuto essere assunti da 500 aziende all’oscuro di tutto (25 delle quali nella provincia di Livorno). Tutto questo sarebbe costato 3500 euro a ciascun straniero destinatario dell’istanza, da pagare agli stessi organizzatori del sistema illegale. Queste cinque persone, tra i 33 e i 51 anni, sono state smascherate e arrestate (4 a in Campania 1 a Grosseto) al termine dell’indagine condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Livorno (diretto dal tenente colonnello Guido Cioli e coordinato dal tenente colonnello Rocco Taurasi), insieme ai colleghi del Nucleo Ispettorato del Lavoro (al comando del maresciallo maggiore Aldo Ferrecchia).
L’accusa per tutti è: favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, sostituzione di persona e falsità materiale commessa da privato. L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal Gip del Tribunale di Livorno, su richiesta della locale Procura della Repubblica che ha disposto gli arresti domiciliari per: Mario Ferrara residente a Palma Campania (Napoli), Umberto Saviano anche lui residente a Palma Campania (Napoli), Antonietta Sorrentino residente a Carbonara di Nola, tutti e tre collegati tra di loro. Poi Angelo Prisco residente a San Giuseppe Vesuviano (Napoli) e Consiglia Esposito originaria di Pompei ma residente a Grosseto, che formavano un secondo gruppo più ristretto.
Gli indagati avevano creato un caf abusivo specializzato nella predisposizione decine di migliaia di domande di ingresso in Italia di presunti lavoratori extracomunitari (dal Bangladesh, India e Nord Africa, producendo documentazione falsificata relativi a ignari legali rappresentanti di 500 di aziende, 24 delle quali della provincia di Livorno (Livorno, Collesalvetti, Cecina, Castagneto Carducci e Piombino). Si stima che questo giro vorticoso di false richieste di permessi di lavoro temporaneo per extracominitari, nella sola provicia di Livorno possa avere fruttato 150 mila euro in relazione a oltre 40 pratiche istruite. Invece livello nazionale di ipotizzatno introiti per 100milioni di euro. I destinatari dei permessi, una volta in Italia, non si sarebbero presentati nei rispettivi consolati per perfezionare i permessi e tantomeno avrebbero firmato i contratti di assunzione, ma si sarebbero subito diretti nel Nord Europa. L’indagine è iniziata nel giugno 2024 dopo la segnalazione della Prefettura di Livorno che aveva rilevato insolite modalità di accesso al proprio portale e per l’inusuale numero di istanze di regolarizzazione di lavoratori stagionali extracomunitari (’Decreto Flussi’) riferite a ditte del territorio operanti nell’edilizia e agricoltura. Una di queste contatta dalla Prefettura di Livorn aveva negato di avere richiesto manodopera extracomunitaria.
L’attività investigativa dei Carabinieri del Norm e del Nil ha portato così alla perquisizione in Campania e a Grosseto lo scorso novembre, in concomitanza con uno dei ’click day’ previsto per la pratiche di lavo per stranieri. Sono stati così sequestrati pc, dispositivi di archiviazione digitale e smartphone, timbri clonati di Comuni (di Milano, Palermo, Latina, Bologna e Belluno) e di commercialisti e esperti del lavoro, tutti ignari di quello che stava accadendo. Sono stati sequestrati anche documenti di identità falsificati e digitalizzati. Grazie a questa iniziativa è stata impedita la presentazione alle Prefetture di tutta Italia di migliaia di false richieste di assunzione. Nonostante questo gli in dagati, intercettati, hanno manifestato l’intenzione di "riorganizzarsi". Perciò la richiesta di arresto dei cinque campani avanzata dalla Procura di Livorno è stata accolta dal Gip.
Monica Dolciotti