La Ferrari 250 Gto, capolavoro di Giotto Bizzarrini: i segreti di un’auto da sogno

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"La Ferrari 250 GTO è un’auto icona, definita “opera d’arte” da un tribunale internazionale, carissima perché battuta all’asta per 88 milioni di dollari". E’ la interessante conferenza del professor Massimo Grandi- salutata da applausi scroscianti- sull’opera di Giotto Bizzarrini, ingegnere 94enne residente a Quercianella, alla presenza della figlia Amalia e del suo collaboratore storico Stefano Volpi meccanico. A fare gli onori di casa Nino Delogu presidente del “Garage del tempo” Cecina, Grandi si e’ avvalso di foto e disegni originali di grande spessore. "Guidata da Manuel Fangio, Lorenzo Bandini e Stirling Moss, l’ingegner Bizzarrini nel 1961 usò un telaio di una Ferrari del 1957 per un’auto aereodinamica dal muso affilato e il sedere alto" che vinse tre campionati del mondo consecutivi. Con la coda più corta ed alta e le ruote posteriori più larghe d quelle anteriori". "E nel 1962- ha proseguito il relatore - Bizzarrini lasciò la Ferrari, fondò la scuderia ATS e ripetè il capolavoro realizzando un’auto innovativa che pesava cento chili in meno e corse la 24 ore di Le Mans senza aver disputato nessuna prova". In sala alcuni presenti hanno ricordato che componenti dell’auto in vetroresina per garantirne la leggerezza furono realizzati a Cecina da un esperto dell’epoca come Vincenzo Catarsi e il muletto provava la sua tenuta di strada lungo il perimetro del grande cantiere navale di San Pietro in Palazzi. Nella foto: Daniele Becuzzi, Nino Delogu e Mario Meletti Cavallari con Stefano Volpi( secondo da sinistra), la figlia Amalia e Massimo Grandi.

Roberto Ribechini

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