La Memoria e il fastidio degli adulti

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Michela

Berti

Mi ha molto colpito la lettera che la prof Anita Leonetti, insegnante di religione alle suole medie Bartolena, ha scritto al nostro giornale. Ripenso alle parole ’Noi insegnanti di Religione ci sentiamo responsabili di educare i ragazzi alla Memoria, affinché non si sentano espressioni di indifferenza, negazionismo e talvolta anche di fastidio da parte del mondo adulto. Purtoppo anche recentemente le ho sentite quasi come un rimprovero. Non bisogna mai abbassare la guardia’. Un campanello d’allarme che suona nel cuore di quella scuola dove i nostri ragazzi trascorrono gran parte della giornata, dove acquisiscono informazioni, certezze e competenze ma dove è giusto che maturino anche i dubbi. Ed è su quel ’fastidio da parte del mondo adulto di educare i ragazzi alla Memoria’ (continuo con la lettera maiuscola come ha scritto la prof.) che dobbiamo riflettere. Perchè la Memoria è importante e quel fastidio invece è molto pericoloso.

La Memoria significa conoscere la storia e farne tesoro; significa imparare dagli errori; significa ricordare quelle persone che hanno sacrificato la loro vita per difendere la libertà. Proprio alla Memoria, il questore Roberto Massucci ha voluto dedicare un’area nel piazzale antistante la Questura. La Memoria deve essere allenata, per questo è fondamentale che gli adulti la coltivino anche nei più giovani con la consapevolezza che, come ha detto il premio Nobel per la Letteratura Octavio Paz

’La memoria non è ciò che ricordiamo, ma ciò che ci ricorda. La memoria è un presente che non finisce mai di passare’. Quindi la responsabilità di esercitare la Memoria non è solo di una prof di religione o di un questore ma di tutta la comunità, perchè determina

il presente e il futuro.