"La plastica nemico numero uno"

Il caso della manta gigante spiaggiata a Baratti. Il parere dell’esperto e quello della gente di mare

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E’ una specie protetta. La manta "mobula mobular" che si è spiaggiata a Baratti è un pesce cartilagineo (come gli squali) piuttosto raro nei nostri mari. Già dal 2004 è stato inserito nelle specie a rischio estinzione. A nulla purtroppo sono valsi i tentativi dei volontari per riportare la manta nelle acque più profonde, alla fine è morta ed è stata recuperata dall’Arpat che si occuperà di studiare l’esempolare e capire i motivi del decesso insieme agli esperti dell’istituto zooprofilattico. La manta spiaggiata (conosciuta anche come diavolo di mare), misura circa 2 metri e 25 di apertura alare e non è neppure una delle più grandi.

"Possono arrivare anche a 5-6 metri di apertura alare – spiega il professor Roberto Bedini direttore dell’istituto di biologia ed ecologia marina di Piombino – si cibano di piccoli pesci e criostacei e bisogna fare attenzione perché alla base della pinna caudale hanno un pungiglione che usano per difesa. Nella nostra zona sono piuttosto rare, ora bisognerà capire per quale motivo l’esemplare si è spiaggiato, se aveva ferite o se ha ingerito oggetti come plastica. Le tartarughe ad esempio confondono le buste di plastica con le meduse di cui si cibano, la manta non si ciba di meduse, potrebbe però aver ingerito egualmente plastica o essere ammalata". Al porto di Baratti ci sono pescatori e persone esperte di mare come Andrea Magri che gestisce da anni un ormeggio barche. Anche Magri ritiene che il problema principale sia la plastica: "E’ la vera emergenza, soprattutto i pezzetti più piccoli. Il nostro mare è abbastanza pulito, ma quando ci sono piogge e mareggiate la plastica arriva dai fossi e lo si vede a occhio nudo". Andrea Magri non aveva mai visto una manta spiaggiata a Baratti, ma le aveva notate a volte in mare. "Sì, negli anni mi è capitato di vederle anche due o tre sulla punta del promontorio, sono spettacolari. Mi è dispiaciuto molto vedere un esemplare spiaggiato. Capisco la buona volontà di chi ha cercato di rimetterla in mare, ma purtroppo non c’era più nulla da fare, forse sarebbe stato meglio lasciare alla natura il suo corso ed evitare di allungare l’agonia".

"La prima volta è apparsa in porto venerdì – spiega Jacopo Ferrini anche lui operatore di un ormeggio a Baratti – insieme ai ragazzi del diving, con una barca l’abbiamo trainata fuori dalle acque basse e portata al centro del golfo. ma evidentemente aveva dei problemi perché poi sabato si è di nuovo spiaggiata. Un evento nuovo per Baratti, in passato, da quando lavoro qui, non era mai successo niente di simile".

Luca Filippi

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