La Questura apre alle comunità straniere per contrastare la clandestinità

Partecipato incontro in Provincia. Massucci: " Dobbiamo lavorare sulla percezione dell’immigrazione che crea insicurezza"

Migration

’Immigrazione e integrazione’ il titolo del secondo appuntamento di ’Porte aperte in Questura’. L’evento ha coinvolto le comunità straniere con l’intento di mettere in campo quella che il Questore di Livorno, Roberto Massucci, ha definito un’operazione di controllo del territorio. "Non si tratta dell’impiego delle forze dell’ordine – ha sostenuto il questore – ma di un meccanismo di coinvolgimento e di inclusione di tutte le componenti sociali in un progetto di miglioramento continuo della socialità all’interno della comunità livornese. L’obiettivo della questura è quello di contenere l’area grigia della clandestinità che crea meccanismi di illegalità. Il concetto è fare entrare i cittadini stranieri in una situazione di regolarità, affinché possano cogliere le opportunità del territorio, lavorare, mandare i figli a scuola e usufruire dei servizi. È necessario lavorare anche sulla percezione dell’immigrazione e sui comportamenti escludenti, specchio forse di una cultura diversa che, trasportati in un contesto sociale come il nostro, determinano una percezione di insicurezza". Nel corso dell’incontro il Dirigente dell’Ufficio Immigrazione Claudio Cappelli ha presentato una relazione su "Strategie, metodi e tecniche per una gestione inclusiva dell’immigrazione", a cui sono seguiti gli interventi delle comunità straniere incentrati sulla necessità che Livorno diventi un modello di integrazione. Il Vicario del questore Alfredo Matteucci ha ha lanciato un appello alla collaborazione: "Chiediamo un aiuto alle comunità straniere e ai cittadini per lavorare insieme, solo così avremo una città migliore".

È intervenuto anche l’Assessore al Sociale Andrea Raspanti, che ha espresso la sua gratitudine ai cittadini per la responsabilità, la generosità, l’accoglienza dimostrata nell’ultima crisi migratoria nei confronti delle popolazioni afghane e ucraine. "Come ente locale possiamo cercare di ridurre al minimo l’impatto delle diseguaglianze e degli eventi critici (separazioni, perdite di lavoro, ecc) sulla vita delle persone, facendo in modo che le diseguaglianze non provochino forme di esclusione. Occorre procedere con una sensibilità interculturale, perché a parità di eventi critici, le situazioni di maggiore disagio le hanno le persone con uno scarso accesso ai servizi ed escluse dalla rete sociale. Dobbiamo anche intraprendere una pratica del confronto e della mediazione, per questo abbiamo fortemente voluto il tavolo migranti e immigrazione. A Livorno ci sono ancora diversi problemi, ad esempio a causa dei criteri di assegnazione nelle case popolari Erp si sono create situazioni esplosive, dove persone di culture e nazionalità diverse hanno vissuto a stretto contatto senza alcun tipo di mediazione culturale, è per questo serve il confronto, e il Comune di Livorno c’è, per questo abbiamo attivato anche i centri estivi collegati ai servizi sociali". Francesca Biondi Dal Monte, della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, ha tenuto una lectio magistralis dal titolo "Dall’accoglienza all’integrazione: attori e strumenti per favorire la governance dell’immigrazione".

Simone Bacci