La russa ’Sea Jaguar’ in rada, aspetta ordini

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La nave cisterna “Sea Jaguar”, che ha scaricato greggio russo nel terminale dell’Eni sul porto, si è spostata ieri in rada dove si è ancorata e fino a ieri sera. Sotto discreto ma continuo controllo da parte della Guardia Costiera, la nave non ha bandiera russa ma delle isole Marshall: bandiera considerata ’ombra’, perché i suoi viaggi da Novorossjik, porto russo del mare Nero, sarebbero sempre registrati con idrocarburi della federazione di Mosca. Gli esperti ricordano che le ’bandiere ombra’ sono utilizzate sia dai russi che da altri paesi non marittimi sia per motivi fiscali che perché quei registri sono più aperti e con regolamenti meno sofisticati. La nave sembra in attesa di ordini, forse legati anche agli annunci di Bruxelles su nuove sanzioni e nuovi “caveat” sull’import da Mosca. I carichi di greggio da Novorossjik sono stati abbastanza frequenti: e quando la raffineria dell’Eni lavorava anche per ridurre benzina e gasolio, il greggio russo era uno dei prodotti di base. Oggi la raffineria ha ridotto la propria produzione ai soli olii lubrificanti e il suo futuro é oggetto di una serie di incontri anche con le istituzioni locali perché nei piani nazionali dell’Eni ci sono molte ristrutturazioni, con conseguenti timori di perdita di posi di lavoro. L’arrivo del greggio dei giorni scorsi è stato dunque visto con favore anche dai sindacati proprio perché rappresenterebbe una conferma della produzione.