La scienziata che 'ascolta' l'Universo. La Nasa le consegna l'Oscar

Lisa Barsotti, da Livorno a Boston con le onde gravitazionali. «Ma sogno il mio mare»

Lisa Barsotti

Lisa Barsotti

Livorno, 19 novembre 2018 - «È iniziata una nuova era per l’astrofisica, dopo la scoperta delle onde gravitazionali. È come se fossimo al punto in cui Galileo Galilei per la prima volta puntò il telescopio verso il cielo. Le scoperte fatte finora sono importantissime, ma il meglio deve ancora arrivare». Lisa Barsotti, 40enne scienziata di Collesalvetti, ha ricevuto l’Oscar della scienza durante il Breakthrough gala in una cerimonia in stile Hollywood – il premio glielo ha consegnato l’attore e filantropo Pierce Brosnan – che si è svolta al Centro Nasa di Mountain View, per i suoi studi sulle onde gravitazionali. Da 12 anni vive in America, dal 2006 è al Mit. «Ho iniziato ad amare la fisica già negli anni del liceo, poi ho scoperto che a poca distanza da casa mia, a Cascina, aveva sede l’osservatorio Virgo – racconta la Barsotti – La visione di Einstein di come spazio e tempo sono correlati per uno studente è affascinante, ricordo di aver fatto la tesi di laurea proprio al Virgo dove ho avuto l’opportunità di fare parte di uno dei più grandi progetti per la rivelazione delle onde gravitazionali».

Che poi ha stupito il mondo, con l’annuncio nel febbraio 2016, grazie alla collaborazione internazionale con Ligo, con sede in America. «Il mio lavoro, in pratica, consiste... nell’ascoltare l’universo. Che ci dice molte cose, che prima non sapevamo – prosegue la scienziata – Adesso sappiamo che esistono sistemi di buchi neri che collidono, sappiamo che sono più grandi di come ce li aspettavamo. Che ne esistono intere popolazioni, un elemento importantissimo per chi studia la formazione dell’universo. Ho ricevuto il premio per la categoria ‘Nuovi orizzonti della fisica’ per gli studi di ottica quantistica e sulla tecnica di squeezing necessaria per migliorare la sensibilita degli strumenti che misurano variazioni a livello di un millesimo del raggio di un protone su 4 chilometri. Sì, sembra difficile. Ma per me è una musica». Il desiderio di scoprire l’universo è, come quest’ultimo, infinitamente grande.

«Lavoro in questo àmbito da 17 anni, dopo la tesi e il dottorato in fisica all’università di Pisa mi hanno offerto un posto al Mit come assegnista di ricerca, nel 2010 da ricercatrice e dal 2015 sono stata promossa a ‘principal research scientist’. Una carriera impensabile in Italia, finché non saranno stanziati finanziamenti costanti nel tempo che permettano alle persone di fare piani a lungo termine – racconta Barsotti – Ho sentito di far parte di qualcosa di grande, quando abbiamo ‘visto’ le onde gravitazionali e scatenato l’entusiasmo sì della comunità scientifica internazionale ma anche del mondo intero. Abbiamo teso alla natura una specie di trappola, lavorando agli strumenti e rendendoli sensibili al massimo. Quando abbiamo raggiunto l’obiettivo ho provato smarrimento, avevo raggiunto un sogno. I miei maestri? Stephen Hawking, a livello teorico, ma soprattutto Adalberto Giazotto ‘padre’ di Virgo e Rainer Weiss ‘padre’ di Ligo. Tra i miei pensieri fissi, però, c’è anche un’altra cosa che, come la mia famiglia, è a Livorno. Il nostro mare».