"L’agricoltura rischia il collasso"

Mille addetti da tutto il centro Italia e un centinaio di trattori in corteo: "Servono aiuti e un piano straordinario da Bruxelles"

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"Oggi in piazza ci siamo noi, ma ben presto tutti si renderanno conto quanto sia importante l’agricoltura, siatuazione sta diventando insostenibile e i problemi ci saranno anche per i consumatori" dice il presidente della Cia Livorno Pierpaolo Pasquini alla testa del corteo di trattori che ieri mattina ha animato la manifestazione a Venturina Terme. Più di mille agricoltori e circa cento trattori per protestare contro l’aumento dei prezzi delle materie prime, le difficoltà create dalla fauna selvatica e per ultimo il rischio della peste suina.

L’agricoltura italiana – sottolineano gli addetti ai lavori – rischia ogni giorno il cortocircuito: per questo serve rendere strutturali le misure emergenziali messe in campo dal Governo e costruire un vero e proprio Piano straordinario d’azione a Bruxelles, come per la pandemia, che affronti in un’ottica di lungo periodo le ripercussioni della guerra in Ucraina.

Non è solo una protesta, quanto un grido d’allarme e un appello al Governo. Un migliaio di agricoltori radunati in piazza da tutte le regioni del Centro Italia per dire “basta!” e chiedere interventi specifici a sostegno dei settori più colpiti dagli effetti del conflitto, come gli allevamenti e i cereali, ma anche per agire finalmente su problemi annosi, dal proliferare incontrollato della fauna selvatica aggravato dall’emergenza peste suina allo spopolamento delle aree rurali.

Quella di Venturina è stata la terza e ultima tappa di un’ambiziosa iniziativa a livello nazionale che ha visto mobilitarsi le sedi Cia di tutt’Italia, dalla prima manifestazione al Nord a Rossiglione a quella al Sud a Scanzano Jonico in Basilicata. Ieri sono stati i produttori di Toscana, Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo - in corteo con circa 100 trattori - a ribadire le preoccupazioni per un settore che ormai si ritrova a lavorare in perdita, dopo due anni di pandemia devastante, per l’eccezionale aumento dei costi produttivi (dal +120% delle bollette energetiche al +170% dei fertilizzanti), tra le incertezze dei mercati e le speculazioni finanziarie. Ecco perché, secondo Cia, se le prime misure del Governo destinate al settore sono state mirate e opportune, dal credito d’imposta per l’acquisto di carburanti ed energia elettrica alla ristrutturazione dei mutui agrari, ora è importante che siano migliorate e implementate, in sede di conversione dei decreti, per renderle strutturali. Altrettanto necessario, per l’organizzazione, è uno sforzo aggiuntivo in termini di risorse per prevedere: incentivi alla semina, anche attraverso strumenti assicurativi, in grado di remunerare un’eventuale riduzione dei prezzi pagati agli agricoltori nei prossimi mesi rispetto ai valori attuali; incentivi ai consumi agroalimentari, a partire dalle fasce più deboli della popolazione; pacchetto di interventi mirati di credito agevolato per le piccole e medie imprese; incentivi a multifunzionalità e diversificazione delle imprese agricole; sostegno alle attività agrituristiche, anche tramite voucher per il rilancio dei flussi turistici nelle aree interne.

m.p.