L’arte denuncia il degrado

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Chissà cosa avranno pensato i bagnanti di Baratti passando davanti alla solita fontana abbandonata al degrado trovandola con due dipinti a firma Ozmo raffiguranti le "monete di Medea". Nottetempo Ozmo (al secolo Gionata Gesi, pisano) fa un blitz da street artis qual è, e decide di fare un salto temporale sfacciato e sfrontato e cioè di far appropriare agli etruschi una fontana dell’800 abbandonata; un po’ come dire se i contemporanei non riescono a tenere bene una fontana, ci penseranno gli etruschi. Le monete raffigurate nei due tondi dipinti, sono una parte del "tesoro" di monete rinvenute proprio in quella zona e conservate al Museo etrusco di Populonia. Ozmo Lo conosciamo per il bacio tra Zelensky e Putin, il memoriale alle vittime del Ponte Morandi con Amore e Psiche, e quello ‘per Willy’ brutalmente ucciso da quattro coetanei a Colleferro, per Giovanni Falcone a Trapani, Galileo a Pisa, la Minerva di Breno, il David che condivide il piedistallo con la Statua della Libertà. "La mia opera guarda simbolicamente verso il mare, col quale gli Etruschi strinsero un legame indissolubile. Ho voluto restituire all’antico popolo questo luogo ricco di stratificazioni storiche e semantiche, grazie alla nuova opera che apre un dialogo tra il presente ed il passato remoto di questo sito". L’artista ha ricevuto una sorta di "benedizione" dalla direttrice scientifica del Museo di Populonia Carolina Megale che scrive: "L’opera di Ozmo è la sintesi del ruolo che l’archeologia dovrebbe avere nella società contemporanea: dialogo tra passato e presente".