"Le imprese di Livorno sono care? C’è fame di lavoro"

Il direttore della Cna, Dario Talini: "Il territorio non riesce ad accompagnare la crescita del settore"

Dario Talini (Foto Novi)

Dario Talini (Foto Novi)

LIVORNO Le imprese edili di Livorno sono più care di quelle della vicina Pisa. Le parole del vescovo monsignor Simone Giusti hanno aperto un nervo scoperto del tessuto imprenditoriale locale. Il pastore della diocesi, impegnato nella costruzione di chiesa e nella sistemazione del patrimonio storico cittadino, ricorre sempre più spesso alle ditte pisane che risultano, al momento della gara, più vantaggiose. «Le imprese edili livornesi sono più fragili perché c’è rimasto un tessuto molto debole. E questo impone delle domande. Perché?". E’ Dario Talini direttore della Cna che commenta le parole del vescovo. Perché, direttore, c’è questa difficoltà locale? "Imprenditori incapaci? Mah, saranno stati fatti degli errori, ricordiamo fallimenti illustri. Ma credo che il territorio non abbia saputo accompagnare la crescita del settore". Dove sono finite le grande imprese di costruzioni? "Ecco, appunto. Non ci sono più. La Clc, tanto per ricordare una delle più grandi, è sparita, dava lavoro ad un’ottantina di persone. Manca il tessuto medio, in grado di competere anche su appalti importanti. Ed ecco che siamo diventati terra di conquista più di quanto lo fossimo prima". Problemi solo nell’edilizia? "Nell’impiantistica, soprattutto elettrice e termoidraulica, ci sono imprese più strutturate". Il superbonus 110per cento è stato un’occasione? "Doveva essere una misura di rilancio vero, è stato un grande flop: della serie, vorrei ma non posso. Un gigante con i piedi di argilla, nella sostanza tanti problemi tecnici, con le banche, la burocrazia che l’hanno inchiodato". Quindi, ritiene che a Livorno le imprese siano care? "Non mi pare proprio. Credo invece che ci sia tanta fame di lavoro. Solo l’edilizia privata resiste, in qualche modo. Ma sono piccole imprese di 3-4 persone. I numeri nel settore delle costruzioni sono questi". Cosa sta facendo la Cna per aiutare le imprese e rendere il territorio meno vulnerabile? "Stiamo lavorando a fare associazioni temporanee di imprese (Ati)". Il Comune punta su una scuola per l’edilizia. Che ne pensa? "Un sistema di qualificazione lo ritengo necessario, la Cna lo dice da anni". Michela Berti