Lavoro nero, blitz della Finanza

Livorno, identificate otto persone irregolari sui pescherecci. Anche un minorenne e tre clandestini

Sono stati identificati otto lavoratori in nero, dei quali tre clandestini e uno minorenne, tutti impiegati alla Darsena Vecchia del porto di livorno. Lavoravano sulla banchina e su più pescherecci.Questi lavoratori provengono dall’Africa. Il minorenne di 16 anni è stato segnalato al Tribunale dei Minori di Firenze. Questi lavoratori irregolari sono stati individuati dai finanzieri della Stazione Navale di Livorno in collaborazione con i colleghi del Gruppo di Livorno. Insieme hanno eseguito alla Darsena Vecchia una mirata attività di contrasto al lavoro nero. Non è la prima volta che a Livorno a bordo dei pescherecci viene impiegata manodopera non in regola.

Durante le attività finalizzate al contrasto del lavoro sommerso, le fiamme gialle hanno rilevato la presenza di vari soggetti intenti a lavorare sia a bordo di alcuni pescherecci, sia sull’adiacente banchina. Erano impegnati a smagliare le reti dopo la battuta di pesca.

Al termine del blitz i finanzieri hanno potuto accertare che dei quindici lavoratori identificati sul momento ben otto di loro erano lavoratori in nero perché sprovvisti di qualsiasi contratto di lavoro. Inoltre tre di questi sono risultati non in regola con le norme sull’immigrazione, perciò a tutti gli effetti clandestini sul territorio italiano. Un altro dopo l’identificazione è risultato essere minorenne.

Le ulteriori indagini svolte hanno permesso di accertare le responsabilità penali dei relativi datori di lavoro, i quali sono stati immediatamente segnalati all’Autorità Giudiziaria competente per territorio.

Le operazioni dei finanzieri della Stazione Navale di Livorno in collaborazione con i colleghi del Gruppo di Livorno lungo la banchina adiacente gli ormeggi dei perscherecci, hanno permeso di riscontrare le condizioni di forte degrado e pericolo nelle quali si sono venuti a trovare sia i lavoratori, sia gli utenti del locale mercato del pesce. Come noto parte del pescato viene scaricato e venduto direttamente sulla banchina. Pertanto è stato informato l’Ufficio Igiene e Sicurezza della Usl allo scopo di avviare le verifiche di sua competenza.

Nicolò Cortorillo (segretario generale Flai-Cgil provincia di Livorno): "Ringraziamo le fiamme gialle per l’impegno e la professionalità con cui svolgono la loro attività. La Flai-Cgil si batte da anni per l’applicazione di regolari contratti di lavoro nel mondo della pesca professionale. Purtroppo c’è ancora qualcuno che tenta di sfruttare la disperazione chi non ha un lavoro. Ricordiamo la storia di Seidy Samba, il marinaio senegalese che nel 2016 durante il controllo di una motovedetta della Capitaneria di porto, venne costretto a gettarsi in acqua dal comandante del peschereccio sul quale stava lavorando in modo irregolare".