Lenny Bottai sul ring, dalla boxe alla politica "Meglio se l’euro l’avesse fatto un pisano"

Il leader della sinistra livornese si racconta: "Non sono entrato in giunta perché non ci sono mai stati i comunisti a governare la città"

Migration

di Michela Berti

Lenny Bottay lei è un politico?

"No, sono un militante, un soldato di un’idea. Sia chiaro, non voglio scadere nell’antipolitica, ma oggi regnano elettoralismo e opportunismo".

Anche lei pensa che i partiti siano comitati elettorali in servizio permanente?

"Comitati elettorali e di affari, ahinoi".

Dove si colloca, politicamente parlando?

"La Federazione Comunista Ilio Barontini è uscita dal Partito Comunista di Marco Rizzo e abbiamo aperto un progetto di unità dei comunisti a Livorno insieme al PCI locale. Se le masse popolari in Italia si lamentano delle continue divisioni dei comunisti, noi siamo uniti in una piattaforma che si chiama ’Unità d’azione comunista Livorno’".

Azione su cosa, scusi?

"Diritti primari: casa, scuola, lavoro, sanità, ambiente".

Cosa traguardate?

"Gramsci diceva che è importante ottenere l’egemonia culturale. Creiamo momenti di crescita e riflessione in città. Abbiamo portato Enrique Ubieta (membro della brigata medica cubana) e abbiamo avuto l’economista Vladimiro Giacchè con il quale abbiamo parlato della Rivoluzione d’ottobre oggi. Sottolineo ’oggi’ perché non è una visione nostalgica ma un momento di riflessione sull’attuale".

Chi è il suo politico di riferimento, se ne ha uno? (Silenzio)

"Italiano? Mmm... Le nostre idee sono il cardine, le persone che le rappresentano le vedo come uno strumento di queste. Nei giorni nostri? Castro, Chavez. La grandezza della Cina di Xi che ha fatto un’ evoluzione economica gigantesca".

A che prezzo però?

"Subiamo una narrazione tipica della sfera atlantica che parla in maniera strumentale di ogni cosa, inventa frottole come il genocidio degli uiguri, passati dai 1,5 milioni nel ‘49 a 12 milioni di 5 oggi".

Dalla Cina a Livorno, come vede la sua città?

"Livorno sta affrontando molti cambiamenti. Nel corso delle ultime tre decadi ha perso molto lavoro. E l’unica che si mantiene, l’azienda porto, ma è sotto attacco dalle logiche dei privati e dello spezzettamento del lavoro. C’è chi vuol far sembrare che Livorno possa diventare un polo turistico e risolvere tutto. Ma è il lavoro che deve essere redistrubuito con pari salari".

E’ stato più volte corteggiato per entrare in giunta. Ha sempre rifiutato. Perché?

"Sono comunista. Ci entrerò quando entreranno i comunisti". Aggiunge, sorridendo "Mi ritengo una persona con un trilione di difetti ma ho un pregio: schiettezza e onestà intellettuale, quando ho riconosciuto l’arrivo dei grillini in un momento in cui era giusto che il PD prendesse una bella batosta qualcuno ha pensato a una poltrona. Al primo turno si vota ’per’ al secondo si vota ’contro’, il ballottaggio è uno strumento. Se oggi a Livorno c’è un sindaco che non è organico al Pd e non sempre risponde all’apparato, si deve anche a quel momento. Senza quel 2014 oggi ci sarebbe la Lega con il disastro che causa, basta guardare Pisa. Tutto quello che avevano promesso non si è avverato, anzi, la città è anche peggio di prima. Sicurezza e cronaca sono temi boomerang, la politica è altro".

Draghi presidente della Repubblica, cosa ne pensa?

"Omissis"... Ma la tentazione di rispondere è troppo forte: "Un banchiere presidente di un Governo tecnico. Questo si fa quando la politica non si vuol prendere le responsabilità di certe misure, la politica in mano all’economia significa sacrifici scaricati sui lavoratori e le classi popolari, basti penare al nostro concittadino Ciampi, il “tanto amato” che ha inaugurato la stagione dei sacrifici pagati dalle classi popolari, l’Euro, avrei preferito che a farlo fosse stato un pisano (ride)".

Hai già un abbonamento?
Questo articolo è riservato agli abbonati

Accedi senza limiti a tutti i contenuti di iltelegrafolivorno.it e dei siti collegati.Naviga senza pubblicità!

ABBONAMENTO SETTIMANALE

2,30 € 0,79 € a settimanaper le prime 24 settimane. Addebito ogni 28 giorni.
Nessun vincolo di durata. Disdici quando vuoi
mese
anno