L’impianto Masol compie trent’anni Ecco un’eccellenza tutta livornese

L’amministratore delegato Polla: "Nel 1992 partì da qui la grande sfida per la produzione di biodiesel"

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Livorno fa scuola, anche nei combustibili. La storia dello stabilimento chimico Novaol parla chiaro. Uno stabilimento che oggi festeggia trent’anni e che guarda al futuro con oltre 40 dipendenti e tanta voglia di mantenere il timone dell’innovazione e ricerca. "Era il 1992 quando, nell’ambito dello sviluppo della chimica verde del Gruppo Montedison, a Livorno si inaugurò il primo impianto al mondo progettato e costruito per la produzione di biodiesel. Era destinato al settore del riscaldamento. L’Italia è stata la prima perché ai tempi era l’unico paese europeo che aveva il prezzo del gasolio per il riscaldamento uguale a quello per l’autotrazione. Partimmo per primi e fu scelto Livorno". Pier Giuseppe Polla amministratore delegato della Masol gruppo Musim Mas, perchè proprio Livorno? "Era un impianto del gruppo dove nel 1988 ci fu un’esplosione e morirono tre persone. Il gruppo Montedison Ferruzzi aveva un debito con la società". All’inizio c’erano 14 persone e Pier Giuseppe Polla era un giovane ingegnere. "Ho imparato tanto dagli operatori di Livorno" dice sorridendo. Nel 1992 partì questa sfida con la vendita del prodotto sul mercato italiano. "Abbiamo inventato tutto – dice Polla con una punta di orgoglio – abbiamo riscaldato anche la Scala di Milano, il nostro era un prodotto di nicchia. Si sfruttavano le terre incolte". Poi, la crescita dei movimenti green aiutò l’azienda ad approdare nel mondo automobilistico. "Un settore dove le specifiche che avevamo inventato per il riscaldamento andavano bene. Così, nel ’97 decidemmo sempre a Livorno di modificare l’impianto per renderlo idoneo al settore automobilistico dove il mercato non era facile". Partì dunque un’altra sfida: "Inventammo tecnologia nuova, è la seconda al mondo. Livorno deve essere orgogliosa di questo. Ha lavorato fino al 2012". Poi, l’impianto è diventato obsoleto: "Il gruppo mi diede il brutto compito di chiuderlo. La stessa settimana che mi dissero di chiuderlo, c’era però una società indonesiana che cercava una struttura con queste caratteristiche, li contattai e in un anno lo stabilimento fu venduto. Io li raggiunsi diversi mesi dopo". La Masol è la più grande società di biodiesel in Europa. A Livorno sta producendo 200mila tonnellate di biodiesel, più del 50 per cento è prodotto da rifiuti, ma l’obiettivo è arrivare al 100 per cento dai rifiuti. Polla ha sempre creduto nell’impianto di Livorno: "Ero un ragazzo piemontese di buona famiglia. Nel 1996 la prima modifica nacque in conseguenza del fatto che il mercato era cambiato e noi eravamo out. Ricordo che il mio capo impianto mi disse ’Non voglio andare a casa e dire che sono di nuovo senza lavoro’. E’ scattato nel gruppo livornese qualcosa che ci ha fatto andare avanti".

Fino ad oggi, trent’anni e la consapevolezza che ci saranno altri momenti difficili, ma con le spalle larghe di una ’araba fenice’ che ha saputo sempre risollevarsi. Ora è il tempo di festeggiare l’ambito traguardo dei trent’anni, ci saranno riconoscimenti per ringraziare e premiare i pionieri. E il futuro? "Il biodiesel che stiamo facendo è destinato a morire e stiamo già utilizzando altri olii. Nel 2035 l’Unione Europea ha deciso lo stop delle automobili diesel. Livorno potrà essere nuovamente protagonista perchè è sempre stata esempio di rinnovamento ed ha un grande vantaggio: la logistica. Ha cambiato tecnologie e linee di produzioni, ben quattro volte. In Spagna abbiamo tre grossi impianti con la tecnologia usata a Livorno. E la logistica ci premia: l’impianto è in porto dove c’è metanolo. Come a Ravenna. Livorno è centrale nel Mediterraneo, ha un bel porto... magari da rimodernare un po’. Ma ho visto che saranno potenziate le ferrovie e poi ci sarà la Darsena Europa".

Michela Berti

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