Livorno, è morto Alberto Fremura, campione della satira e grande disegnatore

Realizzò tavole anche per La Nazione. La sua casa era la Torre di Calafuria, di fronte al mare a sud della città

Alberto Fremura (Foto Novi)

Alberto Fremura (Foto Novi)

Livorno, 7 aprile 2023 – Lutto a Livorno per la morte di Alberto Fremura, 87 anni, uno dei grandi personaggi della città e grande maestro della satira a livello nazionale.

Le sue tavole, i suoi lavori, le sue vignette, comparvero a più riprese anche su La Nazione, Il Telegrafo e Il Resto del Carlino. Pensatore, grande osservatore delle virtù e delle miserie della società, era un grande disegnatore, con un tratto unico.

Era uno degli ultimi grandi personaggi della città. La sua casa, il suo rifugio era la storica Torre di Calafuria a sud della città, a picco sul mare. Una scomparsa che lascia un grande vuoto nel panorama culturale. 

Fremura è morto a Fenis, in Val d’Aosta, dove risiedeva da pochi anni vicino alla figlia Cristina, insegnante. Lascia anche un’altra figlia, Arianna, artista come lui.

"Sferzante, senza peli sulla lingua – lo ricorda l’assessore alla cultura del Comune di Livorno, Simone Lenzi – Pennino sublime e apprezzatissimo, è stato un disegnatore e un caricaturista d’eccellenza, per quotidiani nazionali, libri e perfino per il calendario di Frate Indovino. Amatissimo pittore, conosciuto a livello nazionale è stato nel suo studio nella torre di Calafuria quasi un’attrazione di Livorno, meta di appassionati d’arte. Non ha mai perso il suo spirito dissacrante e il suo divertimento più grande è stato quello di animatore, come Maestro del Sodalizio Muschiato, che riunisce personaggi della Livorno artistica creativa quali Federico Maria Sardelli e Stefano Caprina / Capras”.

Nato a Livorno (Italia) nel 1936, Fremura si laureò in economia all'Università di Pisa ma è la passione dell'arte che lo ha accompagnato fin da ragazzo e che poi poco più che ventenne è diventata la sua vera professione.

Lavorava con il padre di giorno e coltivava la sua passione per il disegno nelle ore notturne. Una volta lasciato il lavoro d'ufficio, si dedicò alla carriera artistica con pitture a olio e acquarelli.

Insieme al pennello, cominciò ad usare il pennino e l'inchiostro per dedicarsi ai fumetti e alle vignette. E da pittore, illustratore, acquerellista e litografista, Fremura è diventato un disegnatore umorista molto apprezzato, collaborando soprattutto con testate satiriche o di giornalismo politico, tra cui "Il travaso" (dove esordisce nel 1957) e "Il Borghese" diretto da Leo Longanesi, e quotidiani come "Il Telegrafo", "Il Tirreno", "Il Tempo", "La Nazione" e "Il Resto del Carlino" (e, per tre anni, con "Il Giornale" di Indro Montanelli), dove ha commentato con le sue vignette i casi di politica, di costume e di cronaca nera più eclatanti degli anni '70 e '80.

Fremura è stato anche scrittore e illustratore di libri, tra cui "Arca Miseria", "Urge diluvio stop" (Pietro Magi), "Nonna minestra" (con Aldo Fabrizi), "Proverbi toscani", "Pelle e Ossola" (con Piero Palumbo), "Italia purtroppo" (con Pietro Magi), "Cronache italiane 74 - atto primo / atto secondo".

"Oggi è una giornata triste. Ci ha lasciati il maestro Alberto Fremura. Lo annunciamo, a due voci, io e l'amico Stefano Caprina. Non ci è possibile sunteggiare tutto quello che ci ha lasciato e insegnato. Pittore e disegnatore sopraffino, umorista eccelso, uomo mite e geniale, ha insegnato con l'esempio più che con le parole. Noi siamo venuti su, da ragazzini, alla sua scuola e abbiamo avuto il gran privilegio di lavorare con lui, condividendo un mondo di idee e di risate”.

Lo scrive su Facebook Federico Maria Sardelli, musicista, scrittore e pittore livornese, ricordando l'amico Alberto Fremura, disegnatore e umorista livornese scomparso a 87 anni. "È attorno a lui - scrive Sardelli - che si è formato il 'Sodalizio Mvschiato’, alimentato dal suo genio sornione, dalla sua invenzione surreale. Per 29 anni abbiamo scherzato sulla sua morte e resurrezione, e anche ora continueremo a farlo, perché la sua gioia continui a essere contagiosa. Tanti lo hanno conosciuto e amato, ma molti se ne sono dimenticati troppo presto: chi non fa schiamazzi, chi è un gentiluomo riservato, corre questo rischio. Penseremo al modo di ricordarti degnamente, ma intanto - Alberto - sappiti abbracciato dai tuoi amici, Marc, Federico, Stefano e tanti altri che ti amano”.