Malore a calcetto, muore dopo il ricovero

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Era stato rianimato più volte e poi ricoverato in gravi condizioni in ospedale. Ma Giuseppe Capozza, 51 anni, non ce l’ha fatta. Il malore che gli ha provocato l’arresto cardiaco mercoledì sera al campo di calcetto di Banditella, non ha gli ha lasciato scampo. Poche ore il ricovero dopo si è spento. Sovrintendente della polizia penitenziaria, originario di Avellino, era sposato con due figli.

Mercoledì sera all’improvviso si è accasciato al suolo mentre disputava una partita con gli amici. A nulla sono valsi i tentativi di salvarlo messi in atto prima da un compagno del calcetto, medico, il primo intervenuto per soccorrerlo. Dopo poco all’arrivo delle ambulanze della Misericordia di Antignano e delle sede di via Verdi con il medico del 118, sono proseguite le manovre di rianimazione con il defibrillatore.

Quando il cuore ha ripreso a battere, la corsa al pronto soccorso, ma dopo poche ore il cuore di Giuseppe Capozza si è fermato definitivamente. "La notizia della morte di Giuseppe Capozza ci addolora e ci ha colti di sorpresa – sono le parole del direttore del carcere delle Sughere Carlo Mazzerbo – da anni lavorava a Livorno. Prima all’infermeria del carcere di supporto al personale sanitario.

Poi di recente era passato al reparto di alta sicurezza. Era ben voluto da tutti perché svolgeva il suo lavoro con passione e umanità. La stessa umanità lo aveva spinto a iscriversi all’Aido (Associazione italiana donatori organi, ndr). Una perdita terribile per noi tutta e la sua famiglia". La salma sarà trasferita a Lucca per l’autopsia.