Massacro di Bucha, in piazza candele e pupazzi

La comunità ucraina-pisana sotto il Comune per denunciare i crimini. Il sindaco: "No all’atrocità della guerra"

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PISA

Un’ora e mezzo di silenzio e una distesa di candele, pupazzi macchiati di rosso e scarpine. Un flash mob straziante – organizzato dalla comunità ucraina di Pisa ieri pomeriggio sotto il Comune – per denunciare l’orribile massacro di Bucha, una città alla periferia di Kiev dalla quale si è ritirato nei giorni scorsi l’esercito russo. Ha preso parte alla manifestazione anche il sindaco Michele Conti che commenta: "Sono sceso in piazza con la comunità ucraina di Pisa per reagire alle orribili immagini che arrivano da Bucha e Irpin. Una manifestazione silenziosa per dire no alla guerra e alla sua atroce disumanità".

I manifestanti hanno strinto tra le mani alcune delle fotografie impressionanti che immortalano e documentano i crimini e smentiscono le teorie del complotto diffuse dalla Russia. Disumanità, un termine che fa eco di bocca in bocca. "Mio fratello Nikola da Dubno – città a metà strada tra Kiev e Leopoli dove faceva parte della milizia di difesa territoriale– si è spostato a Bucha per aiutare nelle operazioni di messa in sicurezza del territorio libero dall’occupazione russa. All’arrivo ha trovato una città impregnata di morte. Distese di cadaveri ai bordi delle strade: uomini, donne e bambini, alcuni in stato di decomposizione, diversi con le mani legate dietro la schiena o avvolti in sacchi di plastica e gettati nelle fosse comuni o corpi bruciati e donne stuprate e impiccate", racconta la ristoratrice ucraina-pisana Iryna Kolinska.

Le Nazioni Unite parlano di oltre 400 vittime. "Non ci sono parole per descrivere quello che hanno fatto nel territorio di Bucha. Per questo abbiamo scelto di restare manifestare attraverso il nostro silenzio. Mentre le candele e gli oggetti che abbiamo esposto in piazza denunciano la morte di ogni bambino di Bucha. Di fronte a questo massacro la mia posizione, condivisa dalla maggior parte degli ucraini, è di combattere fino alla morte, perché finire sotto il giogo di Putin è peggio di morire. Intanto, nei prossimi giorni continueremo a manifestare a Pisa per tenere alta l’attenzione su quello che sta accadendo".

Ilaria Vallerini