Medici in fuga dal Pronto soccorso di Livorno e da quello di Portoferraio

Situazione critica in questi giorni negli ospedali. Il presidente Cognetta: "Stiamo provando ad attrarre i camici bianchi"

Pasquale Cognetta, presidente dell'Ordine dei medici di Livorno

Pasquale Cognetta, presidente dell'Ordine dei medici di Livorno

Livorno, 18 marzo 2023 – Non si arresta l’emorragia di medici dagli ospedali. Lo dimostra prima fra tutte la situazione allarmante dei Pronto soccorso: a Livorno, dove mercoledì 15 marzo c’era solo un medico di turno con decine di pazienti in attesa di essere visitati, e a Portoferraio, dove c’è sempre un solo medico in servizio con i colleghi di altri reparti a tamponare la situazione alla meglio. In estate, con le migliaia di turisti che danno l’assalto all’isola, arrivano i rinforzi da fuori che costano cari all’Azienda Usl Toscana nord ovest. I medici ‘a gettone’ costano fino a 500 euro al giorno.

Alcuni dei medici del pronto soccorso di Livorno che si sono licenziati ultimamente, anche a causa della pandemia che ha messo in grave sofferenza gli ospedali (già alle corde), hanno gettato la spugna per trovare un luogo di lavoro più confortevole: quello degli ambulatori dei medici di base. Ma date le note difficoltà dei pazienti a farsi visitare dagli stessi medici di base - che per la penuria di camici bianchi anche in questo ambito si trovano con quasi duemila assistiti a testa - sono costretti il più delle volte ad affollare i Pronto soccorso. Quindi è un cane che si morde la coda.

Altri medici del Pronto soccorso anche di Livorno hanno rispolverato la partita Iva e si sono messi a disposizione (con tanto di domanda protocollata) per coprire il servizio di Pronto soccorso pure fuori regione. Per ogni giorno di sostituzione la tariffa si aggira sui 400, massimo 500 euro.

Insomma, i medici dell’emergenza urgenza preferiscono lavorare anche lontano da Livorno solo alcuni giorni la settimana nei Pronti soccorso in giro per l’Italia, quando serve la loro presenza. La domanda di prestazioni infatti cresce di giorno in giorno. Oppure questi medici si aggregano in cooperative con la stessa finalità: lavorare con ritmi meno incalzanti e con compensi superiori a quelli di un medico dell’emergenza-urgenza ospedaliero, costretto a turni massacranti, a saltare i riposi e a subire anche gli effetti dell’ira dei pazienti (o dei loro familiari) dopo estenuanti attese prima di essere visitati.

Il presidente dell’Ordine dei medici provinciale Pasquale Cognetta: "Questa situazione è la causa della mancanza dei medici e i Pronto soccorso sono i reparti che esprimono più di altri questa criticità. Si sta facendo di tutto per porvi rimedio, anche provando ad attrarre camici bianchi e offrendo loro un trattamento economico più gratificante. I Pronto soccorso sono i reparti più importanti negli ospedali dove servono competenze molto elevate perché i medici devono prendere decisioni in tempi rapidi e intervenire sui pazienti il più delle volte in condizioni critiche".

Monica Dolciotti