"Miccoli è stato garanzia degli interessi di tutti"

Livorno, il prezioso ricordo del cavaliere Patuelli al convegno per ricordare il notaio che è stato presidente del Banco di Lucca e del Tirreno

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Il notaio Mario Miccoli detto il ’toscanaccio’, come hanno ricordato amici e colleghi ieri all’iniziativa in sua memoria (ad un anno dalla scomparsa il 4 ottobre del 2021 a 77 anni) nella sede della Fondazione Livorno, ha segnato la professione notarile in Toscana, Italia e all’estero. L’iniziativa voluta da Banco di Lucca e del Tirreno, dal titolo ’Mario Miccoli . Un Liberale, Giurista e Banchiere’ ha raccolto un folto pubblico e un parterre di illustri invitati: il cavaliere Antonio Patuelli (in piedi nella foto) Presidente Cassa Ravenna e Abi, l’imprenditore Gadiele Polacco, professor Giancarlo Laurini Presidente Emerito del Consiglio Nazionale Notariato, Francesco Paolo Luiso professore di Procedura Civile all’Università di Pisa. Saluti e conclusione sono stati affidati a Raffaello Morelli e a Silvia Miccoli figlia dello scomparso Mario (c’erano anche la moglie Laura e le altre due figlie Claudia e Francesca). Il Presidente di Abi Antonio Patuelli, amico di Mario Miccoli dall’epoca degli studi universitari a Firenze, ha ricordato: "Mario era più grande di me di 7 anni. Ci siamo conosciuti quando ero all’Università di Firenze. L’ho incontrato tra i liberali toscani. Era un giovane giurista e stava dando l’esame da ’notaro’, come dite in Toscana. Con mia moglie negli anni abbiamo comprato casa all’Elba. Così l’amicizia è proseguita sull’onda del mare. Passo dopo passo sono riuscito a coinvolgerlo nel mondo bancario quando abbiamo espanso in Toscana il Gruppo Bancario di Ravenna. Aveva una grande sensibilità e competenza, così lo eleggemmo presidente del Banco di Lucca e del Tirreno (Gruppo Cassa di Ravenna). Aprimmo una sede a Livorno in via Marradi, coincidenza della vita visto che Marradi segna il confine tra Toscana e Emilia Romagna". "La sua esperienza di notaio e la sua conoscenza del diritto civile – ha sottolineato Patuelli – sono state una garanzia per gli interessi di tutti". Non poteva mancare un aneddoto: "Con Mario ho conosciuto la Livorno più verace. Quando arrivavo dall’Elba mi portava in osterie da portuali. Conosceva la città più nobile, come i luoghi meno alla moda dove assaporare i cibi della tradizione". Ha concluso: "Pur senese di nascita, era portatore di umanesimo tipico del Mezzogiorno, perché per metà era meridionale, incline alla mediazione". Sul lavoro "sapeva quali erano le tecniche della garanzia giuridica e importava le soluzioni innovative (già negli anni’90 parlava di firma digitale, ndr)".

Monica Dolciotti