Moby Prince, il giorno della verità. "Certezze sulla tragedia del 1991"

In Senato la relazione della commissione. Rispoli: «Siamo tutti 141»

Il corteo organizzato in città nell’aprile del 2017, parteciparono centinaia di persone e anche in quell’occasione venne lanciato un grido di speranza al fine di ottenere chiarezza sulle cause della strage

Il corteo organizzato in città nell’aprile del 2017, parteciparono centinaia di persone e anche in quell’occasione venne lanciato un grido di speranza al fine di ottenere chiarezza sulle cause della strage

Livorno, 24 gennaio 2018 - OGGI a Roma è il giorno della verità per i familiari delle 140 vittime del Moby Prince. Alle 12 in Senato la commissione parlamentare di inchiesta che ha lavorato due anni presieduta da Silvio Lai presenterà le conclusioni e proprio su queste ieri il presidente Lai con un post sul social network Twitter ha detto che saranno fornite delle certezze su quella che è considerata la più grave tragedia della marineria italiana in tempo di pace. Oggi a Roma ci sarà il sindaco Filippo Nogarin che ha chiesto l’accredito, ci sarà la Regione Toscana che potrebbe chiedere al presidente Lai di intervenire leggendo le conclusioni a Firenze, ci sarà la Svs che da quella tragica notte del 10 aprile del 1991 è sempre rimasta accanto ai familiari delle vittime. E ci saranno i familiari.

DA LIVORNO con Loris Rispoli presidente della associazione 140 partiranno una quindicina di persone, così come ci saranno Luchino e Angelo Chessa, figli del comandante del Moby Prince, Ugo Chessa, e tanti facenti parte della associazione 10 aprile. «In senato – commenta Loris Rispoli – bisogna indossare camicia e cravatta, insomma vigono delle regole ben precise ma sotto indosserò la maglia ‘Io sono 141’ e porterò con me lo striscione simbolo di 27 anni di dolore ‘140 morti nessun colpevole’». Abbiamo chiesto a Loris cosa stia passando e quali emozioni stiano vivendo i suoi genitori, Pasquale e Neda, che hanno perso Liana.

«CON I MIEI genitori – ha aggiunto Loris – per quanto strano possa essere non parliamo a parole di quello che è successo, parliamo a sguardi e in questi giorni le emozioni gli sguardi sono tanti». Lo sguardo dell’amore sconfinato per la figlia e la sorella Liana che non è più tornata a casa, lo sguardo del dolore sconfinato, e da oggi lo sguardo della speranza di sapere cosa è successo, sperando in un nuovo capitolo giudiziario. Per non dimenticare: oggi gran parte del Paese e ‘141’.

Maria Nudi