Moby Prince trent'anni dopo: il giorno del dolore

Livorno, le iniziative di sabato 10 aprile 2021. I messaggi di Mattarella, Fico, Cartabia

Il lancio delle rose in mare (Foto Novi)

Il lancio delle rose in mare (Foto Novi)

Livorno, 10 aprile 2021 - Sabato 10 aprile ricorre il 30° anniversario della tragedia del Moby Prince, la più grande sciagura della marineria civile italiana.

Il lancio delle rose in mare

Con il lancio in mare delle rose, rito che si ripete il 10 aprile di ogni anno, si è concluso poco dopo le 17 uno dei momenti più intensi delle iniziative per il trentesimo anniversario della strage del Moby Prince. Prima del lancio, di fronte alla lapide che ricorda le 140 vittime del disastro sono stati deposti un cuscino di rose inviato dal Presidente della Repubblica e una corona d'alloro del Comune di Livorno. Subito dopo sono stati letti i nomi, l'età e le città di provenienza dei 140 morti, scanditi da rappresentanti del mondo delle istituzioni, della cultura e dello spettacolo che si sono avvicendati al microfono. Alla cerimonia hanno preso parte fra gli altri anche il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, e il sindaco di Livorno, Luca Salvetti.

Romano: "Ora nuova commissione d'inchiesta"

"Oggi ricordiamo la strage del Moby Prince le 140 vittime, il dolore dei familiari, la ferita nella coscienza civile d'Italia. E ribadiamo che faremo di tutto, anche con una seconda Commissione d'inchiesta parlamentare, per arrivare a quella verita' che ancora non c'è+". Cosi' su Twitter il parlamentare livornese Andrea Romano.

Rosato: "Lo Stato non può arrendersi"

"Sono trascorsi 30 anni dall`incidente del traghetto Moby Prince, un disastro che costò la vita a 140 persone e che, ad oggi, non conosce ancora i colpevoli di quanto è accaduto". Lo scrive in un tweet il vice presidente della Camera, Ettore Rosato. "Arriveremo mai ad una verità e una condanna? lo Stato non può certo arrendersi. La battaglia per una giustizia più rapida ed efficiente è anche questa", conclude il presidente di Italia Viva.

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Mattarella: "Inderogabile impegno a fare luce"

"Sulle responsabilità dell'incidente e sulle circostanze che l'hanno determinato è inderogabile ogni impegno diretto a far intera luce. L'impegno che negli anni ha distinto le associazioni dei familiari rappresenta un valore civico e concorre a perseguire un bene comune". Lo ha detto il presidente Sergio Mattarella ricordando il trentennale dal disastro del Moby Prince. "Ricorrono trent'anni - ricorda il Presidente della Repubblica - dall'immane tragedia che coinvolse il traghetto Moby Prince. Centoquaranta persone, passeggeri ed equipaggio, persero la vita in seguito alla collisione con una petroliera e all'incendio che ne scaturì. Il primo pensiero è rivolto alle vittime, alle tante vite improvvisamente spezzate di adulti e di giovani, e al dolore straziante dei loro familiari, che si protrae nel tempo e ai quali rinnovo la vicinanza e la solidarietà della Repubblica. E' stato il disastro più grave nella storia della nostra navigazione civile. - sottolinea Mattarella - Il popolo italiano non può dimenticare. Come non dimentica la città di Livorno, che vide divampare il rogo a poche miglia dal porto e assistette sgomenta alla convulsa organizzazione dei soccorsi e al loro drammatico ritardo. Sulle responsabilità dell'incidente e sulle circostanze - prosegue il Capo dello Stato - che l'hanno determinato è inderogabile ogni impegno diretto a far intera luce. L'impegno che negli anni ha distinto le associazioni dei familiari rappresenta un valore civico e concorre a perseguire un bene comune. Il disastro del traghetto Moby Prince . prosegue Mattarella - è monito permanente per le autorità pubbliche e gli operatori, chiamati a vigilare sulla navigazione e a garantirne la sicurezza. Rispettare gli standard stabiliti, sforzarsi di elevarli, assicurarne una corretta applicazione sono responsabilità indeclinabili, che sole possono consentire l'esercizio di un pieno diritto da parte dei cittadini e portare così beneficio all'intera società".

Casellati: "Inaccettabile che non sia ancora emersa la verità"

"A 30 anni dal disastro della Moby Prince è inaccettabile che la verità non sia ancora venuta a galla. Sono vicina ai familiari delle 140 vittime che non hanno mai smesso di combattere per avere giustizia". Così in un tweet la presidente del Senato Elisabetta Casellati.

Fico: "Fare chiarezza"

"Nel trentesimo anniversario del disastro del traghetto Moby Prince il primo pensiero va alle 140 vittime, ai loro familiari e a quanti, da allora, si sono impegnati senza sosta per ottenere verità e giustizia. Della sera del 10 aprile 1991 nella rada del porto di Livorno resta un doloroso ricordo, accompagnato dal rammarico e dall'amarezza per non aver fatto pianamente luce su quanto accaduto. E l'auspicio è che i procedimenti giudiziari possano giungere ad accertare ogni responsabilità". Lo dichiara il presidente della Camera, Roberto Fico. "Il Parlamento in questi anni è intervenuto - per quanto nelle sue competenze - anche con una commissione parlamentare d'inchiesta, e in questa legislatura sono state presentate diverse proposte di legge per istituirne una nuova. Il tutto a riprova di un'esigenza sentita dalle istituzioni: quella di far chiarezza su una vicenda dolorosa per la nostra comunità", prosegue la terza carica dello Stato. "L'aspettativa di verità non appartiene solo alle famiglie delle vittime di questa come di tante altre pagine oscure della nostra storia; in essa si rispecchia la coscienza civile del Paese, l'esigenza di uno Stato autenticamente democratico di non rassegnarsi alle reticenze ed alle ambiguità che hanno tentato di ostacolare il difficile impegno di investigatori e di magistrati. Uno Stato senza verità, incapace di difendere le ragioni della giustizia", conclude Fico, "è come un albero senza la sua linfa vitale, privato della sua stessa ragione d'essere".

Cartabia: "C'è l'impegno dei magistrati"

"Sono trascorsi 30 anni dal giorno in cui nella rada di Livorno 140 persone persero la vita in un disastro che ancora oggi presenta punti non del tutto chiariti. Erano madri e padri, figlie e figli, sorelle e fratelli, amiche e amici che ancora vivono in una memoria di affetti, mai scalfita dal tempo. Nel loro nome, tutti voi - dopo tre decenni - aspettate ancora di conoscere fino in fondo le cause di ciò che successe quella sera del 10 aprile 1991". Lo scrive la ministra della Giustizia Marta Cartabia, alle associazioni dei familiari delle vittime del Moby Prince. "Questa domanda di conoscenza e, quindi, di giustizia - scrive la titolare del ministero della Giustizia - richiama a un impegno che l'Italia ha il dovere di compiere. Il disastro del Moby Prince resta una ferita aperta per il nostro Paese, che non ha mai smesso di cercare quanto possa servire a illuminare i punti ancora oscuri nella ricostruzione dei fatti. Nuove aspettative sono riposte nell'ultima indagine aperta dalla Procura di Livorno alla luce delle conclusioni dei lavori della Commissione parlamentare d'inchiesta istituita presso il Senato della Repubblica. Come dice papa Francesco nell'enciclica 'Fratelli tutti', è 'un lavoro paziente di ricerca della verità e della giustizia, che onora la memoria delle vittime e che apre, passo dopo passo, a una speranza comune'. Le difficoltà sono tante e il tanto tempo passato di certo non aiuta, ma sono certa che i magistrati di Livorno sapranno affrontare questo rinnovato impegno con tutta la dedizione e la professionalità che il compito di rendere giustizia richiede", conclude Cartabia.

Bergamini: "Commissione d'inchiesta farà luce"

"30anni! 30 lunghi anni di dolore e di dubbi per la strage del Moby Prince. Tra poco, finalmente, una commissione d'inchiesta parlamentare farà chiarezza sul disastro che ha provocato 140 vittime innocenti. Livorno 1991-2021". Lo scrive su Twitter la deputata di Forza Italia, Deborah Bergamini, sottosegretario di stato per i rapporti con il Parlamento del governo Draghi

Il programma della giornata

Questo il programma delle celebrazioni organizzate dal comune di Livorno. Nel rispetto delle normative anti-covid 19, agli appuntamenti che si svolgono nei luoghi al chiuso (compresa la consegna della Livornina al teatro Goldoni) saranno presenti soltanto le autorità e la stampa. Il concerto al Goldoni si terrà a teatro vuoto.

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PROGRAMMA DELLA GIORNATA DEL 10 APRILE

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Ore 17.00 – Andana degli Anelli: deposizione del cuscino di rose donato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e della corona di alloro alla lapide che riporta i nomi delle 140 vittime del tragedia del 10 aprile 1991. La lettura dei nomi delle 140 vittime che negli anni passati veniva declamata da Loris Rispoli, presidente dell'Associazione “140 Familiari delle Vittime del Moby Prince” e che quest'anno non sarà presente per motivi di salute, sarà effettuata da un gruppo di persone che rappresentano la città dal punto di vista istituzionale, culturale, spettacolare, associativo e del volontariato, giornalistico, studentesco, sportivo, oltre ad un gruppo di familiari delle vittime. (La lettura è a cura dell'Associazione Effetto Collaterale e Documenta 30). Dopo la lettura si terrà il lancio di 30 rose rosse in mare, in ricordo degli anni trascorsi da una delle più profonde ferite subite da Livorno.

Ore 18.30 – Conferimento della Livornina d'Oro all'Associazione “140 Familiari delle Vittime del Moby Prince presso il Teatro Goldoni, evento trasmesso in diretta da Granducato TV. Il sindaco Luca Salvetti consegnerà la massima onorificenza cittadina al vicepresidente dell'Associazione “140 Familiari delle Vittime del Moby Prince” Nicola Rosetti.

Ore 18.50 – Concerto per solisti coro e orchestra “Requiem KV626” di W.A.Mozart in ricordo della tragedia del Moby Prince. Organizzato dal Comune di Livorno in collaborazione con la Fondazione Teatro Goldoni, il concerto sarà trasmesso in diretta dall'emittente livornese Granducato TV. Protagonista l’Orchestra del Teatro Goldoni, alla sua prima uscita pubblica, guidata dal M° Giovanni Di Stefano. Il concerto al Goldoni si terrà a teatro vuoto.