Morto durante controllo, l'ultima folle notte di Arafet. Cosa è successo nel negozio?

La lite col commerciante e i poliziotti, l’arrivo del 118, poi il malore. L'uomo era residente a Montelupo ma aveva casa a Livorno

I rilievi della polizia (foto Germogli) e, nel riquadro, Arafet Arfaoui

I rilievi della polizia (foto Germogli) e, nel riquadro, Arafet Arfaoui

Empoli, 19 gennaio 2019 - "Ma non vede che c’è un nastro bianco e rosso. Non può passare da qui". Il residente si scusa, aggancia il guinzaglio al collare del cagnolino a spasso con lui e sgombera il campo reso off limits dalla scientifica. Sono all’incirca le 23. Gli agenti, già da alcune ore, sono al lavoro per fare chiarezza su quei pochi minuti di controlli, misti a brevi inseguimenti, culminati con la morte per arresto cardiaco di Arafet Arfaoui. L’uomo, 32 anni, residenza a Montelupo ma casa a Livorno dove lavorava al porto, è morto sul pavimento del Taj Mahal, il negozio di alimentari e oggettistica, all’angolo tra via Ferrucci e via Giuseppe Del Papa, che è anche money transfer. Proprio allo sportello, intorno alle 18, era andato il 32enne: voleva inviare denaro nella sua terra di origine. Un’operazione banale, resa complicata da un dettaglio non di poco conto: quel foglio da venti euro, secondo il titolare dell’attività, era falso.

Arfaoui non voleva saperne di arrendersi a quella ‘lettura’, così alla fine il gestore ha fatto il 113. Sul posto è intervenuta una volante: gli agenti avrebbero chiesto al cliente documenti e banconota sospetta, lui avrebbe perso il controllo. E’ scappato fuori, direzione via Del Papa, verso la vicina macelleria, in stato di agitazione. Prima un agente, poi l’altro lo hanno seguito per cercare di contenere la sua furia.

Ci sono riusciti a fatica, tenendolo per la giacca, mentre il 32enne si dimenava, ferendo anche con morsi e calci i poliziotti – costretti a chiedere l’invio di un’altra pattuglia come rinforzo e l’intervento del 118 – poi medicati in pronto soccorso. Una volta tornati nel money transfer, la situazione non si è tranquillizzata: l’uomo avrebbe continuato a mostrarsi aggressivo e gli agenti sarebbero stati costretti a immobilizzarlo, ammanettandogli le mani sul davanti. Ma niente, il 32enne avrebbe continuato a scalciare. Così, per evitare che facesse del male a sé o altri, la polizia gli ha immobilizzato anche i piedi con uno spago mantenuto allentato e trovato all’interno del negozio. Il tunisino si è così seduto per terra. E qui gli inquirenti stanno cercando di capire se i soccorritori siano arrivati prima del malore dell’uomo o quando già era privo di sensi. Le versioni, infatti, divergono.

Il malore è stato comunque improvviso e fatale: a niente sono valsi i tentativi messi in atto dal personale medico di rianimarlo. Una tragedia sulla quale sono in corso le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Christine Von Borries, arrivato sul posto. Era già passata la mezzanotte quando il corpo di Arfaoui è stato trasferito all’istituto di medicina legale di Careggi, a Firenze, dove lunedì verrà eseguita l’autopsia.

Intanto negli uffici del commissariato di piazza Gramsci, guidato dal primo dirigente Francesco Zunino, gli investigatori della Mobile e il pm incaricato ascoltavano i testimoni («lo hanno portato al bagno e lo hanno perquisito nudo, sono stati per più di un’ora con lui all’interno», ha raccontato ieri alla radio un giovane straniero presente nel locale) e gli agenti coinvolti. C’erano anche i familiari della vittima. Cosa è successo? Questo è il nodo da sciogliere, grazie – si spera – anche all’aiuto delle telecamere presenti e accese nel locale.