"Gli appassionati di moto rispettano i boschi"

Stefano Pardini, presidente del Cert Coordinamento escursionisti su ruote Toscana, annuncia ricorsi contro le sanzioni

Un’escursione degli appassionati di enduro

Un’escursione degli appassionati di enduro

Rosignano, 15 febbraio 2018 - Gli escursionisti su ruote si mobilitano contro le sanzioni ritenute ingiuste, elevate nei confronti di centauri su moto enduro nel Parco delle Colline Livornesi da parte dei carabinieri forestali. Per contrastare il fenomeno di fuoristrada e moto da cross sulle aree protette, vengono infatti effettuati controlli mirati, con pattuglie e fototrappole collocate nelle zone naturali più sensibili. «Nella pressoché totalità dei casi si tratta di moto non da cross, che sono invece mezzi ad uso esclusivo in circuiti e aree private, prive dei dispositivi di omologazione e assicurazione che ne impediscono la circolazione su strade ai sensi del Codice della strada – spiega Stefano Pardini, presidente del Cert Coordinamento escursionisti su ruote Toscana e appassionato endurista – Si tratta invece di moto da enduro, perfettamente in regola con il Codice della Strada e pertanto legittimate a circolare anche sui sentieri di cui al di cui all’articolo 3 comma 1 punto 48 del nuovo Codice della Strada.

Le sanzioni alle moto da cross o da trial non in regola sarebbero più che legittime, ma di tutt’altra natura. Quelle elevate la scorsa domenica a due enduristi verranno infatti senz’altro contestate». Il segreto sta nel trovare un punto di equilibrio, tra passione, rispetto per l’ambiente e per il prossimo. «Le norme – prosegue – esistono per tutti, sia per chi le deve rispettare ma sopratutto per chi le deve applicare e qui siamo in evidenza di mancata applicazione di una pluralità di norme a partire dal Codice della strada proprio da chi è preposto ai controlli e vigilanza, ivi compreso il Parco delle Colline Livornesi, che ha precisi obblighi. I cosidetti “disturbo alla fauna, danni alla vegetazione ed erosione del suolo in alcuni passaggi più esposti” sono come al solito paventati e mai riscontrati, la legge in materia di danno ambientale è chiara e attribuire una tale responsabilità a delle moto è irresponsabile – conclude – così come pensare che la fauna possa essere sensibilmente disturbata dal passaggio sporadico di moto provviste di silenziatore omologato non ha alcun fondamento».

Gli fa eco un’altra appassionata dell’escursionismo su ruote, Silvia Galleni: «I motociclisti che vanno nel bosco con le loro moto usano mezzi da enduro (non cross e trial) regolarmente targati, assicurati e per i quali pagano anche la tassa di circolazione. Sono anche dotati tutti di gomme definite “ecologiche” che hanno un tassello minimo che consente di non rovinare e scavare molto il terreno. Moltissimi di loro, direi quasi tutti, quando hanno del tempo libero si dedicano a ripulire sentieri e a sistemare “viottoli” che non vengono curati da nessun altro – racconta – Inoltre nessuno di quelli che conosco (e ne conosco parecchi), sono kamikaze che se ne vanno in giro a rischiare di farsi male. Che dire poi degli spaventi che si prendono gli escursionisti? Una moto un po’ di rumore lo fa, non è una bicicletta che è silenziosa, quindi chi è a fare un’escursione o tiene le “cuffiette” con la musica a tutto volume o l’avvicinarsi di una moto la sente per forza. La delegazione provinciale della Federazione Motociclistica Italiana unitamente ai moto club di zona – conclude la Galleni – sono anni che si battono per riuscire ad avere dalla Provincia e/o dal Comune un percorso regolamentato come altre regioni sono riuscite ad avere. Ogni volta che si avvicina un’elezione ci sono riunioni e “proclami” da parte dei politici che, alla fine non hanno mai fatto niente».