Livorno, in arrivo una nave con materiale bellico. La Cgil: "No al traffico di armi"

La Liberty Pride farà scalo in porto per poi fare rotta sul Mar Nero. Brotini e Villa: "Vigilare su Camp Darby"

La Liberty Pride, nave cargo

La Liberty Pride, nave cargo

Livorno 18.06.2021- Dopo il caso dell'Asiatic Island, un'altra nave con carico di armi fa rotta su Livorno. Sitratta della Liberty Pride, che approderà in porto domenica 20 giugno.

La Cgil interviene subito con una nota firmata da Maurizio Brotini e Patrizia Villa.  "Vogliamo ancora una volta accendere i riflettori sul porto di Livorno e sul suo ruolo rispetto a Camp Darby - scrivono i due sindacalisti -. La Liberty Pride è una nave con carico bellico destinata successivamente a Costanza in Romania: una rotta assai inconsueta visto che generalmente questa nave opera nelle aree di guerra del Mediterraneo. Il nostro timore è che la Liberty Pride sia rifornita di ulteriore materiale bellico proveniente da Camp Darby e che poi prosegua la propria rotta fino a Odessa, dove nelle prossime settimane si svolgeranno le esercitazioni militari antirusse previste dal programma Sea Breeze 2021".

Brotini e Villa proseguono: "Uno scenario inquietante che, se fosse confermato, dovrebbe essere scongiurato in ogni modo. Nel nostro porto è permesso il transito di armi mentre in altri scali si nega alle Ong di salvare vite umane: tutto ciò è inconcepibile. Alle istituzioni preposte chiediamo perciò di fare chiarezza".

I due rappresentanti della Cgil aggiungono: "Il massiccio ampliamento e il potenziamento voluti dall'amministrazione americana, lo sviluppo del canale dei Navicelli per comunicare con il vicino porto di Livorno, l’allaccio diretto con il polo ferroviario di Tombolo, il rapporto non ancora del tutto chiaro con l'aeroporto militare pisano: tutti questi aspetti confermano purtroppo Camp Darby come il più grande polo di stoccaggio e smistamento di materiale bellico di tutta Europa. Un primato triste e allarmante del quale la Regione, la città di Livorno e il suo porto avrebbero fatto volentieri a meno. La base militare statunitense è sottratta al controllo democratico dei Comuni di Pisa e Livorno, nonché della stessa Regione Toscana e delle nostre comunità. Sulle attività effettuate all'interno di Camp Darby serve maggior trasparenza: torniamo perciò a chiedere alla Regione e alle amministrazioni locali di informare maggiormente la cittadinanza a tutela della salute pubblica e dell'ambiente".

"Non dobbiamo abbassare la guardia - continuano Brotini e Villa -: non occorrono studi specifici e approfonditi per capire che un eventuale incidente potrebbe avere conseguenze drammatiche per la popolazione. E' quantomai fondamentale rilanciare una battaglia per la Pace e per la riduzione delle spese militari. Chiediamo pertanto ancora una volta di rimettere in discussione il ruolo e la presenza della base americana di Camp Darby e rendere i nostri porti luoghi di accoglienza, di integrazione e di traffici che uniscono persone e Paesi, secondo la legge del mare e il diritto alla coesistenza pacifica".