Scontro tra navi in Corsica, via al recupero. Ma c’è l’incubo maltempo / FOTO

Corsica: falliti i primi due tentativi, oggi si riprova

Collisione tra due navi in Corsica (Ansa)

Collisione tra due navi in Corsica (Ansa)

Capraia (Livorno), 11 ottobre 2018 - Il mare è stato buono fino a stanotte. Ma secondo il meteo più attendibile, adesso la festa è finita: da stasera, forse anche prima, il regime dei venti cambierà, la calma piatta di questi giorni si trasformerà in mare duro con onde secche e potenti da 2 a 3 metri di altezza. Niente, per due grandi navi: ma molto pericolose per le due grandi navi ferite e incastrate l’una all’altra a nord di Capo Corso.

Tanto pericolose che già da ieri i mezzi di soccorso, coordinati dalla centrale francese di Tolone competente per acque territoriali, hanno già fatto due tentativi di separare l’Ulysse dalla Virginia. Tentativi non andati a buon fine, perché si è ritenuto necessario rinforzare le parti compromesse di entrambe le navi, prima di ritentare.

Il terzo tentativo potrebbe avvenire stamani con le luci dell’alba. Sapendo che ormai la «finestra» di sicurezza meteo si sta chiudendo. Difficile fare pronostici quando le variabili sono tante, come in questo caso. Da bordo del rimorchiatore d’altura Toscana, che il gruppo livornese Neri – specializzato in salvataggi marittimi – tiene in zona, fino a ieri sera si confermava che le operazioni di dinquinamento hanno ormai raggiunto un buon risultato, e le preoccupazioni maggiori sono passate sull’urgenza di separare le due navi. Il Toscana è un rimorchiatore (‘tug’ in linguaggio internazionale) di ultima generazione, con una potenza al gancio più che sufficiente per strappare via l’Ulysse dalla pancia della portacontenitori e di rimorchiare sia l’una che l’altra nave in sicurezza.

Ma il Toscana è italiano e i francesi sembrano decisi a voler gestire loro le principali operazioni sulle navi. La centrale di Tolone, che dirige l’intera operazione, pur coordinandosi con le autorità italiane, si mantiene molto autonoma. Il meteo, per tutti i mezzi in loco, è fondamentale e lo sanno bene francesi e italiani. Se dovessero arrivare vento forte e mare molto mosso da nord – come da previsioni – rimorchiare le due navi verso Tolone o Marsiglia (opzioni rancesi) sarebbe imporre una dura navigazione con onde di prua. Meglio allora dirigere su Livorno, che dista solo 40 miglia (la metà della distanza). Oppure cercare ridosso dietro Capo Corso: opzioni allo studio già da due giorni. Oggi potrebbe essere dunque il giorno decisivo. A Livorno sono già pronti a muovere un pontone con braccio di sollevamento da 1000 tonnellate (uno dei più potenti del Mediterraneo) alcune chiatte – per imbarcare eventualmente parte del carico dell’Ulysse – e gli specialisti della Neri.

Se l'inquinqmento del gasolio leggero (light fuel) sembra ormai sotto controllo, non si placano invece le polemiche da parte delle associazioni ambientaliste a tutela del Santuario Pelagos. Anche ieri sia il Wwf che Marevivo e Greenpeace sono tornate sul tema chiedendo al ministro dell’Ambiente Costa interventi più concreti. Il Santuario – ha scritto a Costa la presidente di Marevivo, Rosalba Giugni – così com’è sembra più un’intenzione platonica che un’area davvero protetta: come meritano le migliaia di cetacei, dalle balenottere mediterranee che filtrano il plancton ai tanti odontoceti (capodogli, delfini, stenelle, orche, globicefali) che si cibano di pesci. La secca delle Vedove, dove era ancorata la portacontenitori, è poi una riserva di cibo fondamentale per tutti gli animali marini superiori e la sua protezione va inquandrata in Pelagos con un raddoppiato impegno.