Le mani della ’ndrangheta sul porto di Livorno

L’allarme nella relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia. Infiltrazioni sempre più pericolose per il traffico di droga

La Dia (Direzione investigativa antimafia) lancia l’allarme anche su Livorno

La Dia (Direzione investigativa antimafia) lancia l’allarme anche su Livorno

Livorno, 23 settembre 2021 - E’ allarme ’ndragheta a Livorno. Infiltrazioni pericolose in particolare sul porto come testimonia la continua crescita del traffico di droga. A lanciare l’allarme è il rapporto semestrale della Dia, la direzione investigativa antimafia che nelle oltre 500 pagine del dossier dedica spazio anche a Livorno e al suo porto, sempre più crocevia della droga. I sequestri che periodicamente le forze dell’ordine compiono con quantità anche elevate di stupefacienti e altyre attivitò di indagine e monitoraggio, indicano la crescita costante nel tempo dei fenomeni malavitosi.

«La pandemia da Coronavirus, il lockdown e le difficoltà vissute dalla popolazione e dalle imprese – rileva la Dia – specialmente nei settori turistico, manifatturiero, del commercio e della ristorazione, hanno evidenziato una crisi legata in gran parte alla mancanza di liquidità, che può lasciare spazio di manovra alle organizzazioni criminali" e che è "destinata a non esaurirsi nel breve medio periodo, ma a protrarsi in un arco temporale ancora di più ampia prospettiva". È quanto sottolineato dalla Dia nella relazione semestrale sull’attività svolta.

Per questo motivo, si spiega sempre nella relazione, le indagini della Dia di Firenze sono state dirette a monitorare gli eventuali investimenti fatti nella regione da soggetti legati a organizzazioni mafiose. Grande attenzione è stata rivolta anche ai settori dei rifiuti e degli appalti pubblici. Per quanto riguarda in particolare la ‘ndrangheta, si precisa nel documento, "le acquisizioni informative fanno ipotizzare che le compagini criminali calabresi si adoperino nella ricapitalizzazione dei proventi derivanti da attività illecite". Le mafie albanese e nigeriana sono attive invece sul territorio toscano operando nel traffico e nello spaccio di droga.

«L’alta pervasività della ‘ndrangheta si replica anche al di fuori dei contesti regionali dove, tra l’altro, l’organizzazione riuscirebbe a scalare le gerarchie imprenditoriali e a inquinare gli ambiti istituzionali, facendo leva sui capitali derivanti dal traffico di stupefacenti, settore quest’ultimo che non pare abbia fatto registrare flessioni nell’ultimo periodo. Come noto, la potenza imprenditoriale della ‘ndrangheta si esprime grazie alle ingenti risorse economiche di cui dispone verosimilmente in costante aumento grazie proprio alla proliferazione del narcotraffico che focalizzerebbe la sua centralità operativa in importanti aree portuali come quella di Gioia Tauro, ma anche di Genova, La Spezia, Vado Ligure e Livorno". Livorno quindi tra i grandi snodi del traffico illegale. L.F.