Negli occhi la paura e la speranza Il viaggio di 50 orfani dall’Ucraina

Tappa a Livorno dove si sono imbarcati per la Sardegna. Messi in salvo dalla carovana della solidarietà organizzata dall’Unione interparlamentare guidata dal deputato di Forza Italia, Ugo Cappellacci

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di Gabriele Masiero

Negli occhi, se ti soffermi a guardarli, vedi l’angoscia e la paura anche se sulla bocca appaiono sorrisi. Per i 57 bambini arrivati ieri in porto dall’Ucraina, e attesi per oggi in Sardegna, è forse l’ultima tappa di un viaggio della speranza a caccia di una nuova vita. Un nuovo inizio, forse. Lontani dalle bombe, ma anche dalle case famiglia dove, molti di loro, sono cresciuti finora. Arrivano dal Donbass, ma anche da Odessa. Quelli che arrivano da Donetsk hanno fatto tappa a Kharkiv, una delle città più martoriate dagli attacchi russi, tanto che Anthony Grande, il console onorario dell’Ucraina in Sardegna, trattiene a stento il groppo in gola e racconta: "Erano in 19, sotto le bombe russe. Rintanati in uno scantinato. Oggi sono qui per fortuna, ma sono salvi per miracolo". Il deputato di Forza Italia, Ugo Cappellacci, già presidente della Regione Sardegna, che ha guidato la carovana della solidarietà dell’Unione interparlamentare dell’amicizia tra Italia e Ucraina, parla veloce, compulsivamente tocca lo schermo del telefonino e mostra foto e video: "Il loro sguardo ci dice tutto, c’è poco altro da aggiungere. Servono azioni concrete e questa è una di quelle. Appena sarà possibile partiremo per una seconda carovana. Dobbiamo salvarne il più possibile. E’ il minimo che si può fare".

Sono emozionati anche gli operatori portuali e la Grimaldi ha spalancato le porte della sua nave senza battere ciglio. Non c’era tempo da perdere. La parola d’ordine è agire e farlo in fretta. Due persone sono risultate positive al Covid, durante lo screening sanitario condotto dall’Asl Toscana nord ovest, partiranno lo stesso: viaggeranno isolati in 13, appartenenti agli stessi nuclei familiari dei contagiati. Non si poteva fermarli. "Era giusto che arrivassero a destinazione insieme a noi - spiega Cappellacci - e ringrazio la Grimaldi Lines che ha assicurato le misure di sicurezza. Ma voglio dire grazie anche ai terminalisti che ci stanno coccolando da ore". Sì perché "questo carico prezioso", come il parlamentare azzurro ha definito i bambini in partenza da Leopoli, al confine con la Polonia, aveva bisogno di spensieratezza e al porto ha trovato palloni e blocchi da disegno. In un attimo l’hangar che li ospita in attesa dell’imbarco è diventato una palestra dove giocare a calcio o a pallavolo. Altri hanno "raccontato" ciò che provano con i loro disegni: carri armati vicini alle case e i pullman che li portano via dai bombardamenti. "La paura e la speranza, ecco che cosa ci dicono quei disegni", osserva Cappellacci. E Grande aggiunge: "Questa gente chiede un intervento diretto dell’Europa e della Nato per fermare la guerra. Le sanzioni economiche non bastano. E’ per questo che nei giorni scorsi l’ambasciata ucraina in Italia ha formalizzato la richiesta alla Farnesina di ridurre drasticamente le relazioni diplomatiche con la Russia".

C’è il mare davanti agli occhi di questi bambini e il sole che illumina il porto e scalda il cuore. Giocano e scorrazzano nell’hangar, lontano dalle sirene antiaeree e dai bunker sotterranei. C’è la luce di una speranza nuova. La voglia di ricominciare da qualche parte nel mondo. Qualcuno dal finestrino del pullman fa con le dita la V di vittoria. Ma qui non vince nessuno. E’ solo sopravvivenza. E’ speranza. E’ voglia di vivere. Nonostante tutto. "Li ha visti quei sorrisi? - conclude emozionato il deputato sardo - ecco nascondono le loro fragilità di orfani in fuga. Di chi già aveva perso quasi tutto, ma che ha diritto a una chance. Non mi giro dall’altra parte e appena posso riparto e vado a prenderne altri".

(Ha collaborato Ilaria Vallerini)

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