Nel computer 680 files pedopornografici

Livorno, arrestato un esperto informatico di 42 anni colto in flagranza dagli agenti della polizia postale. Indagine partita dal Canada

Migration

Un esperto informatico livornese di 42 anni, è stato denunciato e sottoposto agli arresti domiciliari su provvedimento del Tribunale di Firenze.

È stato sorpreso in flagranza di reato, dagli agenti della sezione di polizia postale di Livorno (coordinati dal Compartimento Polizia Postale di Firenze) con 680 files, video e immagini a carattere pedopornografico occultati in una cartella sul suo computer. L’uomo dovrà rispondere di detenzione di materiale pedopornografico realizzato utilizzando minorenni inclusi bambini delle più disparate nazionalità.

Questo caso conferma ancora una volta l’aumento esponenziale dei crimini informatici, durante questa pandemia, legati anche alla pedopornografia online. Questa attività di polizia giudiziaria è nata da una segnalazione proveniente dalla polizia canadese, tramite Europol, sulla diffusione nella rete internet di file dai contenuti pedopornografici attraverso una nota chat di applicazione di messaggistica istantanea che non richiede, per funzionare, l’inserimento di un numero di telefono, ma solo il nome utente e la password, circostanza quest’ultima che ha favorito il proliferare di account anonimi o fake.

L’attenta e scrupolosa analisi delle informazioni fornite, ha permesso di identificare e rintracciare l’utente livornese, nei cui confronti l’Autorità Giudiziaria di Firenze ha emesso un provvedimento di perquisizione. È stato possibile così ispezionare i computer del quarantenne di Livorno.

Sono stati rinvenuti dunque gli inequivocabili contenuti di natura pedopornografica occultati dall’uomo in una apposita cartella all’interno della quale sono stati rintracciati 680 files tra video e immagini a carattere pedopornografico.

La polizia postale mette così in guardia i genitori, soprattutto in questo periodo di restrizioni per l’emergenza covid che ha portato ad un uso crescente di computer e linee internet, affinché non lascino soli i figli, specie in tenera età, quando navigano su internet dove numerosi sono gli utenti adulti, tra i quali si celano anche gli ‘orchi’.

M.D.