"Nessuno investirà più nelle strutture"

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Il rischio è l’impoverimento dell’offerta. Cristiano Scarpellini, vicepresidente Sib Confcommercio, lo dice chiaramente: "Alla guida degli stabilimenti balneari del litorale pisano ci sono imprenditori locali che nel tempo hanno investito sulle proprie strutture. Se le concessioni dureranno 6 anni chi mai investirà ancora? La gestione sarà al ribasso. Tutto il contrario di come è stata fino ad oggi". Scarpellini, titolare del bagno Marco Polo di Marina, parla con cognizione di causa: "Ho acquistato lo stabilimento dalle mie zie e da 25 anni ne gestisco la concessione. I balneari non sono proprietari delle spiagge ma pagano l’Imu, altra anomalia tre le tante! Appena arrivato, nei primi due anni di attività, ho speso il corrispondente di 6070mila euro per ricostruire la scogliera così da arginare, in quel momento, l’erosione che avanzava. Ho riqualificato il bagno, pezzo per pezzo. Ecco, questo non accadrà più. Chi mai spenderà soldi per rendere la struttura più accogliente se dopo pochi anni la concessione scade? E con quale criterio saranno assegnate le concessioni? Arriveranno le multinazionali, si potranno accumulare anche dieci concessioni sullo stesso tratto di litorale? Non c’è chiarezza. Le spiagge italiane rischiano di perdere quell’attrattiva che ha portato nel 2020 il 64% delle persone a scegliere il mare in Italia". Peculiarità del litorale pisano è la presenza di una doppia concessione: demanio marittimo e demanio comunale. "Anche questaè in scadenza e ci auguriamo che le procedure di rinnovo contengano criteri di tutela verso le aziende del posto".

F.B.

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