"Non c’è stata alcuna intesa, continua lo stato di agitazione"

Cgil a testa bassa contro Comune e RetiAmbiente. Cauta la Cisl: "Rassicurazioni non sufficienti". La Uil: "Precisa volontà politica"

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"Non c’è stata nessuna intesa con i sindacati, ma solo un’informativa sui piani di Retiambiente e della giunta". Catia Mazzanti, Rsu di Aamps Cgil commenta così l’incontro di lunedì pomeriggio in Comune. "La Cgil non è assolutamente d’accordo perché abbiamo chiesto i dati di previsione sul bilancio di Aamps nella prospettiva di dismissione del termovalorizzatore, e non ci sono stati forniti. Chiediamo trasparenza e chiarezza, perché noi non siamo contrari a priori alla chiusura, ma prima servono dati su cui discutere, oltre alla certezza di nuovi impianti che tutelino non solo i nostri posti di lavoro ma anche la raccolta. Andremo avanti con lo stato di agitazione aspettando informazioni limpide". Dello stesso avviso è Stefano Venturi della Uil di Aamps: "Non vogliamo per forza che l’inceneritore vada avanti, ma come lavoratori abbiamo paura che chiuderlo possa creare molte difficoltà. Servono impianti nuovi che saranno pronti nel 2026 e non saranno sufficienti a chiudere il ciclo. I rifiuti saranno trasportati alle discariche di Scapigliato e Peccioli, e alcuni, a detta del presidente di Retiambiente Daniele Fortini, potrebbero finire al termovalorizzatore di Torino, trasportati su gomma. Questo non soltanto ci espone a crisi dei rifiuti ma è anche un controsenso ambientale. Inoltre va considerato che i ricavi generati dall’inceneritore rientrano ampiamente nei costi dell’impianto, che nell’ultimo mese ha generato circa un milione di ricavi di energia venduta. C’è una volontà politica di chiuderlo". Riguardo al piano della giunta e della governance di Aamps continua la Mazzanti: "Confidano nella diminuzione degli indifferenziati dovuta all’inserimento della Tarip, la tariffa dei rifiuti puntuale, e sperano così che a Livorno in un anno e mezzo riusciremo ad arrivare a 16.000 tonnellate ma è impossibile al momento, considerando che nel 2021 abbiamo avuto 31.000 tonnellate di indifferenziato". Una posizione diversa è quella di Uliano Bardini, Fit Cisl: "La chiusura del termovalorizzatore è una scelta che non abbiamo le competenze né la possibilità di decidere, ma ci interessa che non venga perso neanche un posto di lavoro e che la retribuzione non cambi. Perché anche se il livello retributivo e la mansione rimarranno le stesse l’indennità di funzione non sarà mantenuta. Su questo qualche rassicurazione dall’incontro l’abbiamo avuta, ma non è ancora sufficiente".

Simone Bacci