Omicidio del pratese Giuseppe Raucci, condanne definitive per i tre imputati

Fu ucciso in un residence di Tirrenia, il cadavere fu poi trovato lungo la superstrada Firenze-Pisa-Livorno all'altezza dell'uscita di Ginestra Fiorentina

I carabinieri esaminano l'auto dove è stato trovato il cadavere

I carabinieri esaminano l'auto dove è stato trovato il cadavere

Firenze, 13 febbraio 2020 - La Cassazione ha emesso ieri sera le condanne definitive per gli imputati per l'omicidio del pratese Giuseppe Raucci, ucciso a 48 anni il 9 dicembre 2015 in un residence di Tirrenia e il cui cadavere fu trovato il giorno dopo accanto alla superstrada Firenze-Pisa-Livorno all'altezza dell'uscita di Ginestra Fiorentina.

I giudici della Suprema Corte hanno confermati 20 anni di reclusione per Giovanni Zaccuri, ritenuto l'esecutore materiale dell'omicidio; condannati a 18 anni 7 mesi e 10 giorni Carmine Balzano e a 17 anni 3 mesi e 10 giorni Emilio Tropea. La sentenza di primo grado, al termine di un procedimento in rito abbreviato, aveva condannato a 20 anni per concorso in omicidio volontario Giovanni Zaccuri, ritenuto l'esecutore materiale del delitto, Emilio Tropea, Yuri Cambi e Carmine Balzano. 

In secondo grado la corte di assise d'appello di Firenze aveva poi riqualificato il fatto ritenendo che Cambi (poi deceduto ), Balzano e Tropea non volessero che la resa dei conti con Raucci finisse in omicidio, aveva confermato la condanna a 20 anni per Zaccuri, riducendo la pena agli altri tre.

L'omicidio, secondo la ricostruzione degli investigatori, era maturato nell'ambiente del traffico di droga. Raucci, insieme a un dominicano, Amin Abel Fabian Rincon, aveva il ruolo di mediatore di una partita di cocaina da far giungere dalla Colombia e mettere a disposizione di due gruppi locali alleati, quello dei calabresi di base a Prato, con Zaccuri e Tropea, e quello dei livornesi, con Cambi e Balzano e altri complici. Ma l'affare andò male perché a Raucci e Rincon, scesi a Roma per procurarsi il carico di stupefacente, fu consegnato zucchero anziché cocaina. I committenti, secondo l'accusa, pretendevano che fosse Raucci a saldare il debito di 35mila euro, cosa che non fece, e per questo sarebbe stato punito con un'esecuzione.