Opere d’arte per gambe... speciali. «Le mie protesi, accessori di moda»

I disegni di Francesco per Chantal, modella e amante del surf

Chantal Pistelli McClelland nella foto di Ascanio Da Rin

Chantal Pistelli McClelland nella foto di Ascanio Da Rin

Livorno, 17 luglio 2018 - «La mia protesi alla gamba destra? La vivo come un accessorio di moda da sfoggiare. Non dobbiamo vergognarci di niente, siamo tutti meravigliose unicità». Chantal Pistelli McClelland, 30 anni, si divide tra lo sport e la moda. «Mi sono avvicinata al surf con un viaggio e Fuerteventura reso possibile grazie al livornese Massimiliano Mattei e alla sua scuola al Bagno degli Americani ‘Surf 4 All Project’ – racconta la ragazza pisana – Sono nata senza un piede, questo all’inizio mi ha portato ad essere presa di mira dai bulli alle scuole elementari. Per lungo tempo non mi sono dedicata allo sport né mi sono mai davvero messa alla prova. Così ho iniziato con percorsi di trekking nei boschi a camminare, poi è arrivata l’esperienza bellissima del windsurf e la mia prima regata, adesso una grande passione per il surf e il sup». La presenza della protesi, vera e propria opera d’arte, è stata resa speciale da un grande amico e artista livornese di Chantal. «Con Francesco Spanò abbiamo frequentato assieme l’istituto d’arte di Pisa – racconta – Lui aveva una vena creativa incredibile, un genio. Così gli ho chiesto se avesse avuto piacere di ‘decorare’ le mie protesi, quasi come si fa con un tatuaggio. Ho indicato i miei gusti, lui li ha resi realtà. Per la protesi ‘da tutti i giorni’, ovvero bassa, ho scelto un tema animalier con la presenza di lupi nelle tonalità del blu. Quella per lo sport invece ha il tema dell’acqua, mentre quella più elegante e preziosa è un tacco 10 decorato con foglie d’oro e un dipinto di Gustav Klimt». Chantal, che lavora nel mondo della moda, vuole lanciare un messaggio ben preciso in tema di bellezza e stereotipi.

«Ci vestiamo per comunicare la nostra identità e ancora troppo spesso i gusti vanno ‘contro’ le diversità. Quello che vorrei dimostrare è che anche una protesi da semplice ausilio per camminare può diventare un pezzo unico, come lo è in fondo ciascuno di noi. Quando l’ho indossata a Pitti Immagine o in giro per Milano le persone mi fermavano stupite: è questo anche un modo per annullare il concetto di disabilità». «Quando Chantal mi ha contattato sono stato entusiasta di poter ‘griffare’ i suoi passi con la mia arte – racconta il 34enne livornese – Ho iniziato a muovermi in questo mondo nel 1998, attraverso i colori dei murales. A inizio 2000 ho cominciato a decorare appartamenti e negozi, così nel 2003 ho frequentato l’istituto d’arte dove ci siamo conosciuti. Adoro customizzare gli oggetti, gli abiti e i mobili ma sono anche grande amante della pittura e degli esperimenti con il colore. Adesso questa nuova occasione di mettere alla prova la mia professionalità e tecnica – conclude Spanò – per realizzare la protesi con Klimt ho impiegato circa un mese ma il risultato parla da solo. Chantal mi ha dato qualche indicazione, poi ho iniziato a fare delle prove. Mi fa un immenso piacere il pensiero che attraverso questo lavoro mi porti sempre con sé, anche siamo distanti».