"Parchi, Piombino è del tutto assente"

La sindaca di Campiglia Alberta Ticciati: "Temporeggiare significa chiudere, non gettiamo via un patrimonio"

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La Parchi Val di Cornia ha richiamato i comuni, soci della società, all’ottemperanza dello statuto ed al rispetto dei tempi. Il sindaco di Campiglia Alberta Ticciati ha risposto alla Parchi puntando il dito contro il Comune di Piombino.

"Questo Comune crede fortemente nello strumento Parchi e nella sua capacità di guidare e costruire uno sviluppo ed una prospettiva per l’intera Val di Cornia e non solo - evidenzia Ticciati - le Amministrazioni sono riuscite a produrre un documento di indirizzo politico approvato attraverso la Conferenza dei Sindaci" all’interno erano elencati interventi e questioni da affrontare. Dall’allargamento della Parchi ad altri Comuni soci, all’aggiornamento e semplificazione degli strumenti statutari in modo che valorizzino il peso di ogni socio prevedendo maggioranze qualificate per la deliberazione sugli argomenti di rilievo. E ancora individuazione di nuove possibili fonti di introiti, ripristino del contratto unico di servizio, utilizzo della disponibilità della Regione e del Mic, per organizzare e coordinare quanto prima un tavolo tecnico di valutazione, approfondimento e studio della eventuale nuova forma giuridica. "L’unico punto rispetto al quale ci si è attivati grazie, è giusto dirlo, all’interessamento costante di questo Comune - continua Ticciati - e alla disponibilità ed attenzione della Regione, è il prezioso lavoro del tavolo che si sta sviluppando ormai da un paio di mesi. Tutto il resto rimane, ad oggi, lettera morta. Tutto ciò premesso per rappresentare l’impossibilità di condurre un confronto strategico così importante in totale assenza del Comune maggioritario (Piombino, ndr). A ciascuno di noi Amministratori corre l’obbligo, di fronte ai nostri cittadini, di fare delle scelte prendendosene la responsabilità. Continuare a temporeggiare significa distruggere questo strumento e scegliere di rinunciare a una politica di pianificazione unitaria, virtuosa che guardi al futuro. Scelta legittima, se così la si pensa, ma che va fatta in trasparenza, senza avere la presunzione e l’arroganza di tenere gli altri Comuni sotto scacco facendo pesare i propri numeri. La Parchi, lo ricordo ancora una volta, è una società a partecipazione volontaria, ci si sta se ci si crede. Sono a ribadire la necessità di avviare il confronto sul nuovo Piano Operativo. Se questo è il solco nel quale ci muoviamo, il nuovo contratto di servizio non può che essere un contratto unico di una durata non inferiore ai 3 anni, che dia la possibilità di programmare e Eventuali nuovi inserimenti di beni nella gestione Parchi devono essere introdotti, non solo con la condivisione di tutti i soci pubblici, ma anche e soprattutto a valle di una valutazione di fattibilità e sostenibilità economico-finanziaria, oltre che strategica, da parte della Società". Poi Ticciati lancia un appello ed una riflessione. "Essere i sindaci che chiuderanno la Parchi non soltanto ci attribuirebbe una responsabilità enorme che io non voglio assolutamente prendermi, ma ci restituirebbe un territorio più povero culturalmente, ma anche economicamente. Chiedo alla dirigenza Parchi che si faccia parte attiva di questo percorso di stimolo e pungolo nei confronti dei singoli Soci, affinché si giunga ad un chiarimento e all’avvio di un confronto che ponga una volta per tutte fine a tatticismi e apra su orizzonti concreti e fattivi per questa realtà-scuola in Italia e in Europa e per il nostro territorio".