Pasta, scaloppine, bigné e... tanta politica Il pranzo allo storico circolo Arci Colline

Livorno, Mazzoni, Posarelli e Canigiani alle prese con la trasformazione dei partiti. Tra vecchi ricordi e nuove speranze. Togliatti, D’Alema, Draghi e la Meloni sono solo alcuni dei nomi che ricorrono nel botta e risposta tra questi amici di altri tempi

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di Michela Berti

Arrivano piano piano intorno a mezzogiorno gli ospiti del circolo Arci Colline per gustare il pranzo a 11 euro e la tombola a seguire con ricchi premi. Il sabato c’è anche la musica e, quando si potrà, pure il ballo. "O caro, il 23 ottobre è il mio compleanno, mi raccomando" dice la signora tutta truccata e vestita a festa che si prenota per il pranzo. "Diamine, tutti ritti!" fa eco il marito che la guarda ridendo. "Ma è vero che c’è l’aumento, da 11 a 12 euro?". "Si bella, il consiglio ha deciso così". La signora storce il naso ma prenota ugualmente il suo menù.

Ma è nel giardinetto interno al circolo che batte il cuore ’rosso’ dei quasi ottantenni. "La mattina è dedicata alla politica– dice Sergio Canigiani – con Giancarlo (Mazzoni, ndr) che ci riporta alla rivoluzione russa, a Stalingrado. Lui è la memoria storica e difende Togliatti, io no". Gli fa eco Mazzoni, chiamato in causa: "Io ero iscritto al partito di Togliatti, non a quello di Stalin. Il mio limite è stato quello di avere incontrato il Pci che porterò con me fino alla morte. Ora non ho più tessere, ma sono comunista". "Sì, anch’io sono comunista – ribatte Sergio – ma oggi purtroppo siamo di fronte a una crisi della politica. Nessuno va più a votare e manca una classe dirigente. Non solo a sinistra eh... Hanno messo a governare Draghi perchè non hanno trovato politici. Poi c’è quella, la Meloni...". "Ma lei è una donna di destra – ribatte Mazzoni – e, ricordati, che essere fascisti oggi non è uguale al passato". "In Italia non ci sono più politici veri – continua Giancarlo – chi resiste da decenni ha qualche scheletro nell’armadio. Nilde Iotti diceva ’chi ruba per sè è un ladro e basta, ma chi ruba per un partito deve pagare il doppio’". Politici a sinistra, oggi, non ce ne sono secondo questi livornesi doc che ancora mostrano il simbolo della falce e martello, e per loro resta il mito di D’Alema "l’ultimo vero politico del nostro Paese. Anche Bersani ci piace". "I partiti sono finiti, allora dove si forma la nuova classe dirigente? Come si fa a gestire le aziende? Servono persone che abbiano a cuore il destino della città, persone oneste e dedicate al lavoro. In questo ragionamento non voglio escludere la destra onesta che vuol bene alla città". Il riferimento di Mazzoni è a Forza Italia "quella destra liberale con la quale ci possiamo confrontare".

E uno dei contenitori di un confronto politico che, ormai, anche a Livorno sembra scomparso è l’associazione Cambiamenti presieduta da Marino Veronesi. "Vogliamo aggregare tutte le forze di sinistra altrimenti non si va molto lontano anche a Livorno – dice Roberto Posarelli – Il 26 ottobre alla luce dei fatti di Roma faremo un’iniziativa in città. Poi affronteremo anche altri temi come le leggi livornine, la presenza degli ebrei a Livorno. Il ruolo della Massoneria; la centralità delle Ville livornesi. La Nazione deve esserci. Noi siamo vecchi ma nella nostra associazione ci sono persone capaci e professionali".

"Via, io vado a casa. Ho già mangiato e preso il caffè (rigorosamente al vetro). Piacere signora di averla incontrata". E mentre Sergio va a casa sulla tavola arriva il primo piatto: pasta con sugo di pomodoro e olive. Seguono scaloppine e spinaci e per finire un bel bignè pieno di cioccolata. Un bicchiere di buon vino e l’immancabile ponce. In cucina Norella Morucci, Vinicia Volandri, Rossella Mazzoni, Dionisia Mangiapane, Sonia Bosco, Sabrina Montagnani e Hamide Berisha.

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