"Io, comunista vera. Nella culla avevo la falce e il martello"

Simonini segretaria della sezione del Pd San Marco Pontino nel cuore del quartiere Garibaldi inaugura la mostra dedicata al centenario della nascita del Pci

Edy Simonini

Edy Simonini

livorno, 20 gennaio 2021 - «Quando sono nata, 75 anni fa, non mi hanno messo la medaglietta alla culla ma la ’falce e il martello’. Io sono comunista». E’ emozionata Edy «mi raccomando con la ipsilon» Simonini segretaria della sezione del Pd San Marco Pontino nel cuore del quartiere Garibaldi.

«Io dico sezione, i circoli sono un’altra cosa» la lingua di Ely batte dove il dente duole mentre inaugura la mostra dedicata al centenario della nascita del Pci. Oggi a Livorno si celebra questa data perché il 21 gennaio del 1921 durante il congresso del Partito Socialista al teatro Goldoni avvenne la storica scissione. I comunisti lasciarono il congresso e fondarono il Partito Comunista tra le mura del Teatro San Marco.

Edy Simonini ha quella tessera da quando aveva 16 anni e ribadisce che quel simbolo «falce e martello appartiene a noi, lo dice la storia e basta guardare queste fotografie per capire dove stanno gli eredi di quel partito». «Io sono nata nel Pci – dice la Simonini – mio padre Alfredo Simonini, è stato partigiano». E lo indica in una delle tante fotografie che sono il tesoro di questa esposizione curata con la figlia Silvia e il marito Nedo Ghelardi. C’è la prima bandiera rossa ricevuta dalla sua sezione quando nel 1957 furono distribuite così tante copie dell’Unità da diventare un esempio nazionale. A quei tempi fino agli anni ’70, la sezione San Marco Pontino contava 3mila iescritti. «Ora siamo a settanta – dice rammaricata Edy – non è facile dare la tessera e comunque la spese ci sono per mantenere aperta la sezione».

Ecco che organizza le cene, per pagare l’affitto alla Fondazione Ds. «Fare politica oggi è diverso – aggiunge la figlia – io sono delegata regionale nella Conferenza delle donne e i social hanno cambiato anche il modo di fare politica». Ma il sangue che scorre nelle vene è rosso fuoco: «Da qui sono partite tante donne e tanti uomini che hanno avuto ruoli di spicco nelle istituzioni – ricordano – da Barontini a Raugi, Benifei, Musata, Frontera. Tra le donne Liliana Papini, Dina Puccinelli. Era chiamata la seconda federazione della città». E quella storia ci riporta, dopo cento anni, al teatro San Marco dove domani intorno a mezzogiorno ci sarà il saluto alla ’bandiera rossa’.